Il Nucleo di Polizia Tributaria di Vibo Valentia ha dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo – ex art. 321 c.p.p. – emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Vibo Valentia, riguardante somme di denaro, terreni, fabbricati e beni mobili registrati di proprietà di un’azienda vibonese operante nel settore dell’edilizia.
L’attività trae origine da una verifica fiscale eseguita nel periodo maggio 2011 – aprile 2012, nei confronti di una società, operante nel settore edile, a conclusione della quale sono state accertate numerose violazioni di carattere tributario e penale.
Nella circostanza, il legale rappresentante della società è stato segnalato all’A.G. competente per il reato previsto dall’art. 4 del D.Lgs. n. 74/2000 (dichiarazione infedele), perché ha omesso di indicare nelle dichiarazioni annuali, ricavi per un ammontare pari ad euro 11.280.624,58, ed inoltre ha indicato costi indeducibili per un ammontare pari ad euro 2.013.130,18. contestualmente, ai fini Iva, è stata recuperata a tassazione un imposta pari ad euro 2.936.541,26.
Lo stesso soggetto è stato deferito all’A.G. competente per il reato previsto e punito dall’art. 10 quater del D.Lgs. n. 74/2000 (indebita compensazione), poiché utilizzando in compensazione crediti non spettanti o inesistenti, non ha versato somme dovute ai fini Iva per complessivi euro 905.775,64.
Il provvedimento in argomento è stato emesso a conclusione delle indagini condotte dalle Fiamme Gialle vibonesi, coordinate dalla Procura della Repubblica, che hanno permesso di acquisire ulteriori elementi probatori tali da indurre il competente G.I.P. ad emanare il citato decreto di sequestro preventivo, anche con formula per equivalente, sui beni nella disponibilità dell’indagato.
Per effetto delle inosservanze nelle dichiarazioni fiscali presentate dalla società successivamente al 01 gennaio 2008 (periodi d’imposta 2007, 2008, 2009 e 2010), il valore corrispondente al profitto del reato è stato quantificato per oltre euro 7.000.000,00, pari all’imposta evasa, calcolata sulla base delle molteplici violazioni emerse nel corso dell’attività ispettiva.
Al fine di garantire adeguatamente il credito dell’erario, ai sensi dell’art. 1, comma 143 della legge n. 244/2007 (legge finanziaria 2008), con la quale è stata prevista l’applicazione dell’istituto della confisca ex art. 322 ter c.p. anche ai reati tributari previsti dal D.Lgs. 74/2000, sono stati sottoposti a sequestro preventivo somme di denaro depositate su conti correnti bancari, beni immobili nonché beni mobili registrati intestati alla società nonché beni nella disponibilità dell’indagato.