Nonostante l’impegno del Sindaco Nicola D’Agostino e degli Assessori ed in particolare dell’Assessore Scianò coadiuvato da tutti i competenti uffici coordinati dal Segretario Generale, Dott. Falcone, il Consiglio Comunale di Vibo Valentia ha bocciato, nel corso della seduta del 25/03/2013, il Piano pluriennale di Riequilibrio finanziario, conducendo così il Comune di Vibo Valentia sulla via del dissesto. Il voto contrario all’approvazione del Piano, si ricorda, è stato espresso dalla maggioranza dei consiglieri presenti: 21 no contro 7 si. Il debito di circa 35 milioni di euro accumulato certamente negli anni precedenti all’Amministrazione D’Agostino, peserà, pertanto, ancor di più sulla città di Vibo Valentia a causa della mancata approvazione del Piano.
<Tra le prime conseguenze del voto sfavorevole al Piano- ha dichiarato il Sindaco Nicola D’Agostino- vi è una prevedibile dichiarazione di dissesto da parte del Comune di Vibo che ha effetti disastrosi nella nostra comunità. Al di là dello sfregio permanente che rimarrà sulla nostra città, ci saranno anche immediati effetti negativi sull’occupazione non solo interna al Comune (cessazione dei rapporti dei lavoro, anche dirigenziali, a tempo determinato), ma anche per tutte le ditte che hanno rapporti contrattuali con il Comune di Vibo, ditte che difficilmente potranno ricevere in tempi brevi quanto loro dovuto.
La prima e concreta azione post bocciatura Piano proposto- ha proseguito- è stata infatti la decisione della responsabile degli uffici finanziari di procedere immediatamente e sino alla data di ipotesi di bilancio riequilibrato(art.250 del TUEL) a non eseguire pagamenti per forniture e prestazioni rese entro il 31/12/2012, con ovvie ricadute negative anche per i dipendenti delle ditte creditrici.
E’ una conseguenza prevista per legge e ritengo che i consiglieri che hanno votato contro ( Basile, Bax, Colloca, Curello, De Angelis, De Filippis, De Sossi, Fuscà, La Gamba, Lombardo, Luciano Manduca, Mercadante, Pagano, Patania, Russo, Santaguida, Soriano, Taccone, Talarico, Vartuli), unitamente, per certi aspetti, agli assenti (Aversano, Carnovale 1946, Carnovale 1971, Daffinà, Lo Schiavo, Mazzeo, Pascale, Pelaggi, Pugliese, Rocco, Ruffo, Selvaggio e Spanarello) dovranno meglio spiegare le loro ragioni a tutti i cittadini e soprattutto a quelli che ora rivendicano pagamenti, allo stato, bloccati.
Certo è possibile che un Ente in crisi finanziaria non riesca a pagare regolarmente i propri fornitori, ma ciò che non riesco a comprendere è la scelta del male maggiore (dissesto) rispetto a quello minore (piano di rientro), opzione quest’ultima ragionevolmente preferita da tutti gli altri Enti territoriali calabresi anche con difficoltà finanziarie ben maggiori rispetto a quelle del Comune di Vibo.
I consiglieri che hanno votato contro il Piano di rientro hanno invece deciso di interrompere bruscamente ed immotivatamente il percorso che il Comune di Vibo aveva appena intrapreso con motivazioni spesso insensate ed in alcuni casi addirittura risibili.
In tale situazione mi sono sembrati davvero incomprensibili, oltre che di dubbio gusto, i festeggiamenti di due/tre consiglieri del Pdl che all’esito della votazione si sono scambiati cenni di compiacimento e felicitazioni per il risultato ottenuto.
Quindi- ha concluso il primo cittadino- danni enormi alla comunità, sfregio permanente alla città e senza che la scelta del dissesto possa in alcun modo incidere sulla possibilità di non aumentare al massimo i tributi. I sacrifici chiesti ai cittadini per il dissesto rischiano, quindi, di rimanere vani e di essere addirittura aggravati per le generali conseguenze negative derivanti dal blocco dei pagamenti>