In occasione della Festa del Lavoro del Primo Maggio 2021, l’Università delle Generazioni di Badolato (sulla costa jonica calabrese della provincia di Catanzaro) propone di dedicare piante d’ulivo ad Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Giulio Regéni e ad ogni altro caduto sul lavoro e per la pace.
L’albero dell’ulivo è da sempre uno dei più significativi e ricorrenti simboli del lavoro più alacre e della pace.
Specie se secolare o addirittura millenario, l’ulivo con il suo tronco poderoso, aggrovigliato o contorto è anche il simbolo dell’animo umano e della tenacia dei valori.
Ed è anche una pianta che ispira alla spiritualità. Non a caso esiste l’oliva bianca del krisma, che produce un olio assai delicato ed usato nelle funzioni religiose e, pure per questo, è denominato “olio sacro”.
La proposta è indirizzata alla RAI, alla Coldiretti e, in particolare, ai Parchi dell’ulivo che si stanno diffondendo sempre più anche all’estero e, comunque, a tutti i sindacati e alle associazioni sensibili o che sono attive proprio per il lavoro e per la pace.
E, tra tanto altro, può interessare pure masserie e strutture ricettive che abbiano un uliveto attorno, come l’agriturismo Zangarsa di Badolato, il cui titolare si è detto favorevole a battezzare gli alberi d’ulivo della sua tenuta con il nome di un caduto per il lavoro e per la pace, a cominciare, appunto, da Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, Giulio Regéni e tanti altri.