In Calabria, Aspromonte, Sila, Pollino e Serre ne potrebbero essere Centri-pilota. Non piove da parecchie settimane e le città hanno uno smog nocivo assai alto, quasi proibitivo. Che ricadute negative avrà tutto questo inquinamento sui feti e sulle loro mamme? Ci sarebbe un modo per risparmiare queste ricadute nocive? Sono interrogativi cui dovrebbero rispondere gli scienziati e chi ci governa, specialmente i responsabili della nostra salute individuale e colletiva. Sicuramente il mondo si avvia ad avere, specialmente nei grandi centri urbani, aria sempre più inquinata a causa dell’espandersi della popolazione mondiale, dei consumi ma soprattutto dei cambiamenti climatici.
Se ne è discusso recentemente pure a Parigi alla Conferenza sul Clima e gli Stati, a maggioranza, hanno sottoscritto un accordo per non fare aumentare la temperatura della nostra atmosfera oltre un grado e mezzo nei prossimi anni, mentre la situazione in alcune metropoli (come, ad esempio, Pechino) la situazione dell’aria va sempre peggiorando. Il pensiero va alle mamme che tengono in grembo una nuova creatura e, quindi, a tutte le generazioni cittadine che nasceranno nel prossimi decenni.
Nell’imminenza del Natale, che è il simbolo della nascita divina e di tutte le nascite, l’Università delle Generazioni di Badolato intende lanciare una proposta per arginare il più possibile i danni alle mamme che aspettano un figlio. Tale proposta consiste nel varare, a cura dell’Unione Europea, un PENEC – Piano Europeo Nascite ECologiche. Tale progetto dovrebbe consistere nel realizzare dei Centri Nascite Ecologiche in territori incontaminati come ad esempio i parchi nazionali, le riserve della biodiversità del tipo che ci sono in Italia e in Europa e in tutti gli altri comprensori che un’apposita Commissione si incaricherà di verificare ed indicare, come ad esempio i Parchi nazionali calabresi del Pollino, della Sila, dell’Aspromonte e delle Serre Joniche.
Secondo Domenico Lanciano, fondatore e responsabile del sodalizio badolatese fin dal 1995, l’istituzione di appositi Centri dove far nascere il più ecologicamente possibile i bambini sarà la frontiera del futuro. E di tale esigenza dovrebbero occuparsi i vari Sistemi Sanitari Nazionali non soltanto in Italia e in Europa ma in tutto il mondo, specialmente là dove è più elevato il rischio inquinamento. In pratica, le donne che abbiano appena concepito dovrebbero trascorrere i restanti mesi di gravidanza a carico del Sistema Sanitario Nazionale in zone non inquinate e far nascere lì il proprio figlio, sotto stretto monitoraggio di un sistema che studi i risultati di questo progetto.
A riguardo c’è già un precedente, poiché negli anni ottanta alcune coppie ecologiste si sono trasferite per un anno circa dalla Svizzera in Calabria, precisamente nel paese di Badolato (in provincia di Catanzaro), in una zona ecologicamente sana pure perché situata tra il mare Jonio e i boschi delle Serre per concepire e far nascere i propri figli in un microclima favorevole anche perché privo di stress e con prodotti agricoli ancora genuini. La Calabria potrebbe candidarsi ad accogliere numerosi Centri Nascite Ecologiche, nel contesto di una auspicabile rete europea PENEC che si preoccupi di fornire al futuro generazioni di mamme e di bambini più sani.
L’Università delle Generazioni si augura, proprio sotto il Natale, che un simile progetto venga valutato adeguatamente e che la Calabria possa anticipare tutti sui tempi nella realizzazione dei Centri Nascite Ecologiche che saranno il futuro prossimo o remoto del dare alla luce le nove generazioni europee.
Redatto da Domenico Lanciano tel. 0865-722449 e 0865-79034