Un lungo corteo di mantelle, casule e mitrie vescovili ha attraversato la Basilica Cattedrale per officiare il sacro rito dell’ordinazione episcopale di mons. Santo Rocco Gangemi, arcivescovo titolare eletto di Umbriatico e nunzio apostolico nelle isole Salomone. Un evento solenne che ha chiamato a raccolta tantissimi fedeli che hanno gremito il Duomo per stringersi attorno a mons. Gangemi in un momento di festa per la chiesa, in particolare quella di Messina, città dove è nato formandosi al Seminario arcivescovile San Pio X e al liceo “La Farina”, fino al conseguimento della maturità. La solenne celebrazione è stata presieduta dal cardinale Angelo Sodano, decano del Sacro collegio cardinalizio, assieme all’arcivescovo di Messina, mons. Calogero La Piana e al sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato vaticana, mons. Giovanni Angelo Becciu. Presente il cardinale Paolo Romeo e i vescovi Salvatore Gristina, Francesco Montenegro, Paetz Juliusz, Paolo De Nicolò, Luciano Pacomio, Sotir Ferrara, Francesco Sgalambro, Ignazio Zambito, Michele Pennisi, Santo Marcianò, Carmelo Cuttitta, oltre ai sacerdoti della diocesi. A gremire il Duomo, occupato ogni ordine di posto, oltre a tantissima gente rimasta in piedi per oltre tre pur di assistere alla suggestiva e commovente liturgia, erano presenti autorità civili – in prima fila il sindaco Giuseppe Buzzanca – e militari, i parenti e gli amici di mons. Santino Gangemi, le arciconfraternite, le confraternite e le pie associazioni. Accompagnati da canti liturgici e da alcuni brani del repertorio tradizionale, affidato al coro della Cattedrale, il cardinale Angelo Sodano insieme all’arcivescovo La Piana e dal sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato vaticana, Becciu, hanno fatto il loro ingresso dall’entrata principale della chiesa raggiungendo l’altare. Mons. Calogero La Piana nel corso del suo intervento ha sottolineato che mons. Gangemi è un figlio amatissimo di questa chiesa al quale ha augurato un fecondo Ministero pastorale nelle peculiarità del suo servizio. Lo stemma episcopale scelto da mons. Gangemi riporta il motto latino “Vide ut sileas, noli timere” (vigila affinché tu sia tranquillo, non temere). «Il vescovo che ora sarà ordinato – ha detto il cardinale Sodano – non lavorerà in una diocesi particolare, come vescovo residenziale o come ausiliare, ma aiuterà il Santo Padre nella sua sollecitudine per la chiesa universale. In concreto sarà rappresentante del Papa presso i vescovi e le autorità civili dei Paesi a cui il Santo Padre lo invia, promuovendo l’unità dei cattolici intorno al successore di Pietro e favorendo, a nome del Papa, un dialogo costruttivo con i responsabili della vita pubblica. Per ora – ha aggiunto – il primo campo di lavoro che Papa Benedetto XVI ha affidato a mons. Santo Gangemi è costituito dalle isole Salomone ed è da prevedere che gli verranno presto affidate altre responsabilità in quelle lontane isole dell’Oceania». Dopo la proclamazione del Vangelo e la lettura del mandato apostolico firmato da Benedetto XVI, recante disposizioni circa la contestuale nomina del presbitero messinese, mons. Gangemi dopo aver risposto alle domande ed essersi prostrato, ha ricevuto la protezione dei santi, attraverso il canto delle Litanie. Il cardinale Sodano quindi ha recitato la preghiera di ordinazione e, insieme a tutti i vescovi concelebranti, ha imposto in silenzio le mani sul capo dell’ordinando. Poi due diaconi hanno aperto l’Evangeliario sul capo di mons. Gangemi e il cardinale Sodano ha proceduto all’unzione del crisma e ha imposto la mitria, donando contestualmente il pastorale e l’anello, simbolo della fedeltà all’impegno e al servizio episcopale. Nel corso del suo discorso mons. Gangemi ha espresso parole profonde per ringraziare i cardinali, i vescovi e quanti hanno voluto presenziare alla cerimonia. Un ringraziamento particolarmente doveroso però lo ha rivolto ai suoi genitori che, ha detto, «il Signore mi ha conservato perché potessero godere anch’essi di questa gioia ed essere ripagati per i tanti sacrifici fatti, non ultimo quello di vedermi e pensarmi lontano. Sono stato inviato a essere Nunzio – ha spiegato – in una parte lontana del mondo, non so se questo sarà facile, tuttavia parto con la fiducia che mi viene dalla fede che, se il Signore da un peso non fa mancare mai la grazia per portarlo. In questi venti anni di servizio diplomatico ho sperimentato personalmente che nei momenti difficili non mi hai mai fatto mancare la presenza di un buon samaritano o di un generoso cireneo che mi abbia aiutato a far fronte a quanto mi si chiedeva. Da parte mia non vi farò mancare la mia preghiera di gratitudine che depongo ai piedi della nostra patrona chiedendole di rinnovare su di noi la sua promessa di benedizione oggi e sempre».

Gazzetta del Sud – Laura Simoncini

 

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