L’attuale tragica crisi è equiparabile all’esito di una guerra (sebbene economica). Bisogna considerare coloro che ne sono colpiti, più o meno gravemente, come vittime di guerra. Giovani geberazioni, imprenditori suicidi e altre precarietà sono come “vittime di guerra”. Bisogna risarcirle subito. L’Università delle Generazioni di Agnone del Molise, fin dalla sua prima fondazione del 1989, si è spesso occupata come associazione culturale informale del persistente e mai risolto dramma giovanile (a cominciare dai “giovani usa e getta” dell’ex-articolo 23 – lavori di pubblica utilità – della legge n. 67 dell’11 marzo 1988) e delle altre categorie deboli (principalmente anziani, malati, detenuti, immigrati, ecc.). In particolare si sta assistendo dolorosamente al consolidarsi di intere generazioni senza futuro, bruciate davanti al “totem” del falso progresso e delle disuguaglianze per raggiungerlo, così come Agamennone ha sacrificato (3200 anni fa) persino la propria figlia Ifigenia nell’affrontare meglio la guerra di Troia alla conquista del controllo del globalismo di allora.
Da un decennio a questa parte, gli analisti più onesti non hanno mai nascosto che il mondo globalizzato stesse vivendo (e continua a subire) una vera e propria guerra, sebbene prevalentemente economica (mossa, assai probabilmente, dagli stessi molteplici teatri di guerra effettivamente combattuta in varie parti del mondo). Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e sulla pelle soprattutto delle giovani generazioni, delle aziende e delle fasce sociali più deboli. Anzi, più il tempo passa e più il massacro delle generazioni si tramuta in disastro e il dramma diventa sempre più un’inaudita tragedia pur in un mondo che, lontano quasi 70 anni dalla seconda guerra mondiale, aveva prodotto finora ricchezza e un periodo di relativa pace globale!
Ebbene, se guerra è stata e continua ad essere, è assolutamente necessario soccorrere prima di altri proprio coloro i quali sono le più evidenti e dolorose vittime di tale guerra, cioè i giovani senza futuro e quelle famiglie che più di tutte stanno pagando il prezzo più caro di tale situazione. I governi, in particolare quello italiano, sono chiamati a difendere e valorizzare le nuove generazioni non fosse altro che per un sano egoismo delle generazioni più adulte e garantite che, invecchiando, avranno lasciato dietro di loro un vero e proprio “deserto sociale” rischiando di rimanere isolati nella loro vecchiaia.
Nei paesi più colpiti, come l’Italia umiliata pure da inauditi scandali, si dichiari “lo stato di guerra” e si adottino le misure del caso, così come un nuovo governo capace di fronteggiare l’emergenza causata da un immane disastro nazionale che si scopre sempre più grave, quasi come un “genocidio generazionale”. Nella ricostruzione del nostro disastrato tessuto sociale si badi, tra tante altri provvedimenti, innanzi tutto al futuro delle generazioni che, così come gravemente ferite da questa guerra, resteranno visibilmente ed orribilmente “mutilate a vita”, senza nemmeno un adeguato futuro pensionistico. A tale proposito, si concepisca e si vari una legge che preveda il riscatto gratuito a fini pensionistici degli anni di disoccupazione e di precariato, a cominciare dalla frequenza degli anni della scuola media superiore (cioè dopo la scuola dell’obbligo). Altrimenti ci troveremo con milioni di giovani che non potranno affrontare dignitosamente anzianità e vecchiaia.
L’Università delle Generazioni, tra tanto altro, torna a proporre (come fece già il 30 aprile 1989 realizzando la prima “anti-festa del lavoro” in Agnone e convocando tutti i responsabili istituzionali territoriali) di aprire al contributo dell’8 per mille a favore dei disoccupati delle giovani generazioni. Il momento così tanto tragico esige classi dirigenti all’altezza, mentre coloro che hanno contribuito a provocare o a favorire il disastro sociale cerchino di porre rimedio ai loro errori e agli orrori poiché la Storia (sebbene alla lunga) non perdona mai i genocidi, specialmente quelli generazionali essendo contro-natura come Agamennone che ha sacrificato la propria figlia! E’ necessario, altresì, realizzare una nuova pedagogia sociale che si misuri con la realtà e con un progresso sostenibile!
Infine, l’elezione del nuovo Papa Francesco e dei due presidenti italiani di Camera e Senato potrebbe autorizzarci a immaginare una “primavera italiana”? L’Università delle Generazioni ci vuole credere e per questo lavora da sempre!
Scritto da Domenico Lanciano