Essere studenti, di una realtà come quella calabrese, vuol dire avere la contezza del perché si intraprenda la strada del sapere: non esiste alternativa! Il problema del lavoro – si legge in un comunicato di Ateneo Controverso – Unical; Laboratorio P2 Occupata Unical; Collettivo UniRC; Unione degli Studenti Calabria – è una questione su cui si incardina l’ intero sistema delle clientele in Calabria, con la promessa di lavoro si smuovono voti e si reiterano logiche speculative sulla pelle di tutti coloro i quali vedono in quel voto una via d’uscita dalla miseria. Per un posto di lavoro la gente è disposta a cedere la propria vita e quella del suo territorio, in nome del progresso vengono costruiti inceneritori, centrali a carbone e ovviamente grandi opere. Il diritto al lavoro è una tematica centrale della lotta, in questi ultimi vent’anni assistiamo ad un attacco sistematico al valore costituzionale del lavoro e al suo valore sociale, che è ormai divenuto una merce equiparata a quella che esso stesso produce. Noi studenti di oggi e lavoratori di domani, vediamo solo precarietà nel nostro futuro, quindi sarà una scelta obbligata quella di dover donare la nostra conoscenza all’estero, ma quel che più ci allarma è la continua demolizione dell’occupazione pubblica e la conseguente privatizzazione, attraverso la quale le garanzie dei lavoratori sono stravolte dall’esigenza di realizzare utile. Scuole, università e sanità saranno i prossimi obiettivi, così come sono lo sono stati acqua e trasporti, innescando conflittualità tra gli stessi lavoratori attraverso lo strumento perverso del precariato. Non deve meravigliarci se negli ultimi 20 anni i tagli, spacciati per riforme, abbiano portato avanti gradualmente la distruzione della natura pubblica del sapere, col progetto finale inserito nel DDL Gelmini/Tremonti di trasformare gli atenei in fondazioni di diritto privato. E chi sarà a pagare sarà, ancora una volta, soprattutto il meridione. Privatizzare le università in Calabria vuol dire di fatto aprire le porte alla ‘ndrangheta, vuol dire eliminare quell’unica fonte dove ancora,tra molte difficoltà, si riesce a sviluppare pensiero e coscienza critica. Siamo oramai in un periodo storico dove le vecchie analisi non trovano più spazio. Il dividere le battaglie sociali tra lavoratori e studenti non tra più senso nel mondo di oggi. Le trasformazioni e i mutamenti della società attuale, con la precarizzazione del mondo del lavoro e dell’universo dei saperi, pone un accento forte su come il disagio sociale sia percepito da alcune fasce di popolazione in apparenza dissimili tra di loro, ma in realtà unite insieme dalla piaga della precarietà. Lo studente di oggi altro non è che l’espressione di quella proletarizzazione tanto temuta nel ’68, si sente di fatto già parte integrante di un mondo precario che gli và stretto, che pone l’universo intellettuale già sottoposto alla logica del mercato e del profitto. E per questa ragione non può assolutamente intraprendere un percorso di lotta senza avere la consapevolezza della diffusione a più livelli di quel disagio sociale che lo accumuna al lavoratore precario. Per questi motivi aderiamo, con convinzione, alla manifestazione nazionale del 16 ottobre indetta dalla FIOM e invitiamo alla mobilitazione tutti i soggetti studenteschi, i movimenti sociali, i precari e le associazioni territoriali presenti in Calabria. Una mobilitazione che nasca dal basso e che abbia la forza necessaria per porre un’alternativa di società in difesa dell’istruzione pubblica e contro la precarietà nel mondo del lavoro e della conoscenza.
“Verso il 16 Ottobre – Io sto con la FIOM! ” LAVORO, DIRITTI e SAPERI: BNI COMUNI Assemblea-dibattito MERCOLEDÌ 13 OTTOBRE ORE 11 AULA EP1 (CUBO 0/D)
Elia Fiorenza
adesione_manifestazione FIOM_16 ott._ROma