Carlentini (Sr) – (Comunicato stampa) “ I cattolici non hanno una doppia personalità: essere con il Signore in chiesa durante la celebrazione dei riti sacri e invece, fare tutt’altro nella società, in politica, nel mondo del lavoro e delle professioni. I cattolici devono essere sempre testimoni. Nello sfascio economico, politico ed etico della seconda Repubblica, noi cattolici oggi siamo rimasti gli ultimi ad essere esenti, almeno in linea di principio, da quella ideologia liberare, oggi dominante in entrambi gli schieramenti, che scambia la persona con l’individuo ed enfatizza indiscriminatamente le pretese di quest’ultimo come diritti indiscutibili, favorendo in alternativa, la fuga dalla politica in un economicismo che penalizza i più deboli”.
Lo ha detto l’editorialista del quotidiano “Avvenire” e del “Giornale di Sicilia”, professore Giuseppe Savagnone durante l’incontro – dibattito sul tema “I laici nella Chiesa e nella società di oggi” che si è svolto, venerdì sera, all’interno della chiesa Madre di Carlentini. L’iniziativa è stata organizzata dall’Ucsi, Unione Cattolica della Stampa Italiana, sezione di Siracusa e dall’Azione Cattolica della Chiesa Madre di Carlentini e patrocinata dall’Ucsi Sicilia. Ampia e attenta la partecipazione di laici, di giovani, di amministratori locali di Carlentini e Lentini, presenti i sindaci di Carlentini Giuseppe Basso e di Lentini Alfio Mangiameli, gli assessori del comune di Carlentini Angelo Ferraro e di Lentini Umberto Ferriero, consiglieri comunali di Lentini e Carlentini di rappresentanti dei gruppi parrocchiali sia di Azione Cattolica che di movimenti ecclesiali del comprensorio di Carlentini e Lentini, di rappresentanti di associazioni culturali e di volontariato, rappresentanti dei club service di Lentini e membri dei consigli pastorali della città.
Tra gli ospiti il consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Santo Gallo. Considerata l’importanza del tema, la relazione svolta dal Prof. Savagnone, puntuale ed esaustiva, ampiamente argomentata, è stata molto apprezzata, senza peraltro deludere le aspettative. I saluti sono stati portati dal parroco della Chiesa Madre di Carlentini don Salvatore Siena, che a nome dell’intera comunità ha ringraziato l’Ucsi e l’Azione cattolica parrocchiale per aver dato la possibilità di confrontarsi su un tema difficile e delicato qual è l’impegno dei laici. Ad aprire l’incontro, moderato dal giornalista Silvio Breci, è toccato al Presidente provinciale dell’Ucsi Salvatore Di Salvo, che a nome dell’Ucsi ha portato il saluto dei giornalisti siracusani e siciliani. “Dell’impegno dei laici nella chiesa e nella società di oggi – ha detto – ormai ne parliamo da diversi tempo e da sempre come Ucsi. Oggi noi giornalisti cattolici siamo chiamati a focalizzare l’attenzione sugli ultimi, su chi non ha voce cercando di raccontare sempre la verità. Noi dobbiamo essere portatori di verità, come ha detto Papa Francesco, nella chiesa e nella società”. Poi l’intervento del vice presidente diocesano dell’Azione Cattolica e presidente parrocchiale della chiesa Madre Alfio Castro che ha portato il saluto dei soci dell’azione cattolica della parrocchia. “Ritengo che a cinquant’anni dell’apertura del Concilio Vaticano II – ha detto il vice presidente diocesano dell’Azione Cattolica e presidente parrocchiale della chiesa Madre di Carlentini Alfio Castro – la Chiesa bella del Concilio ci chiama, come battezzati, all’assunzione e alla condivisione di responsabilità all’interno della Chiesa e della società con quello stile di comunione che dovrebbe parlare al cuore della gente. Per questo, proprio a partire dal Concilio, desideriamo approfondire il senso della chiamata laicale e ripartire per tradurre negli ambiti del quotidiano il nostro essere credenti con azioni di amore verso gli altri, di servizio e di liberazione; al fine di lavorare quotidianamente per essere artefici di pace e di giustizia”.
La relazione del prof. Giuseppe Savagnone è stata ampia, coinvolgente ed entusiasmante. “Nelle nostre comunità – ha detto il prof. Giuseppe Savagnone – specie in quelle parrocchiali, che sono l’asse portante della vita ecclesiale, si è riprodotto il dualismo tra sacro e profano che il cristianesimo ha superato in linea di principio, ma che di fatto è in pieno vigore: da un lato il luogo dei riti, dall’altro la vita e la cultura reali dei credenti. Una fede senza storia e una storia senza fede. La Chiesa non può e non deve prendere nelle sua mani la battaglia politica per realizzare la società più giusta possibile.
La formazione di strutture giuste non è immediatamente compito della Chiesa, ma appartiene alla sfera della politica, cioè all’ambito della ragione autoresponsabile. Il compito immediato di operare per un giusto ordine nella società è invece proprio dei fedeli laici. Come cittadini dello Stato, essi sono chiamati a partecipare in prima persona alla vità pubblica. Missione dei fedeli laici, come ci indica nell’enciclica Deus caritas est Benedetto XVI, è pertatnto di configurare rettamente la vita sociale, rispettandone la legittima autonomia e cooperando con gli altri cittadini secondo le rispettive competenze e sotto la propria responsabilità. Il bene comune è un bene. Non una mera funzionalità pubblica”. Il relatore, a conclusione dell’incontro, ha consegnato ai partecipanti una copia dell’ultimo libro “I cattolici e la politica oggi. Sette nodi da sciogliere” edito dalla Cittadella editrice.