«Le centinaia di Hippocampus, un tempo presenti nella baia, non esistono più e le affermazioni che asseriscono il contrario sono pure menzogne: a parte qualche esemplare che ancora sopravvive sul fondale sabbioso non ci pare di intravedere altro». Ad affermarlo, in un comunicato, sono i subacquei aderenti alla neo costituita associazione “Amici dell’Ippocampo” che nel corso del 2010, grazie alle attività di volontariato denominate “Fondali puliti”, hanno recuperato dal fondale scaldabagni, copertoni d’automobili, batterie, catene abbandonate destinate agli ormeggi e, cosa ancor peggiore, brandelli di reti a maglia stretta, «principali responsabili dello sterminio dell’Hippocampus». I subacquei dell’associazione, inoltre, hanno chiesto di essere edotti sulle scelte tecniche previste dal progetto approvato dalla Giunta comunale di Soverato “Life: Parco Marino di Soverato” che prevede un investimento di due milioni di euro su un programma di 5 anni finalizzato alla salvaguardia degli Hippocampus in quanto «l’ammontare programmato dall’investimento è spropositato rispetto agli obiettivi da raggiungere. Siamo del parere che non necessitino due milioni di euro per salvaguardare l’Hippocampus, ma il rispetto di poche e banalissime regole del vivere civile oltre a qualche esiguo investimento strutturale».(g.m.)
Gazzetta del Sud del 14 sett 2010