All’ombra dell’Etna sarà costituito un Hub per il coordinamento del Progetto sanitario internazionale sanitario nell’area del Mediterraneo. Quattrocento medici e infermieri con mezzi innovativi e appositamente formati controlleranno la salute di un milione e duecentomila persone all’anno, fornendo informazioni preziosissime. Dopo l’intervento in streaming del sindaco Bianco, il progetto è stato illustrato a New York dal prof. Santocono
Curiosità e interesse ha suscitato nella sede Onu di New York la presentazione del progetto per la costituzione del Centro Hub di Catania per il coordinamento del Progetto “E-med-med” nell’area del Mediterraneo. Grazie al progetto, Catania è destinata a diventare la capitale della telemedicina del Mediterraneo. Il progetto è stato presentato all’interno della sedicesima “Infopowerty World Conference”, organizzata dall’Occam (Observatory for cultural and audiovisual communication).
Il sindaco Enzo Bianco, intervenendo in collegamento streaming, ha raccontato della Sicilia, da anni al centro dei flussi migratori e che “per molti anni ha avuto la sensazione di esser stata lasciata sola”.
“Adesso – ha detto Bianco – lo Stato italiano si è fatto carico assai più seriamente del problema, ma manca ancora una presenza adeguata dell’Ue, che si muove per le grandi tragedie ma poi scarica il problema sui Paesi dove si verificano gli sbarchi. Una delle grandi questioni che stiamo affrontando riguarda la Medicina e Occam ha presentato qui a Catania un progetto per il quale il nostro Comune ha sottoscritto un protocollo d’intesa. Si tratta di utilizzare il sapere delle nostre Università e le più innovative tecnologie per fare un salto di qualità nella telemedicina, migliorando così la nostra capacità di assistere i migranti, anche con l’uso di tessere sanitarie elettroniche”.
A esporre il piano d’azione davanti all’assemblea è stato Francesco Santocono, docente di diritto sanitario dell’Università Giustino Fortunato di Benevento e consulente per le politiche sanitarie dello stesso primo cittadino di Catania. Santocono – individuato dall’Occam, ente affiliato all’Onu, come Segretario generale del progetto e-Med-Med – ha spiegato che il percorso di implementazione del sistema partirà con l’istituzione di un Comitato scientifico multidisciplinare, formato dai rappresentanti di tutti i Paesi aderenti, che avrà l’obiettivo di avviare il processo formativo del gruppo al quale affidare la preparazione degli operatori sanitari locali.
“Attraverso – ha detto il docente durante il suo intervento – un percorso accademico adeguato, saranno creati profili idonei ai quali affidare la responsabilità degli operatori sanitari che, dotati di supporti tecnologici innovativi, si muoveranno tra i villaggi dell’Egitto, della Libia, della Tunisia e del Marocco”.
Il master universitario concepito per questo scopo metterà insieme le migliori risorse accademiche e scientifiche e, alla fine, consegnerà la patente di formatore a ottanta “principal trainers”, figure di riferimento con la responsabilità delle piattaforme locali collegate con Catania.
“Quattrocento medici e infermieri – ha aggiunto Santocono – sul territorio controlleranno la salute di un milione e duecentomila persone all’anno, fornendo informazioni preziosissime per la costruzione dell’identità sanitaria delle persone, delle comunità o delle regioni”.
Ogni operatore sanitario agirà con una specifica attrezzatura da campo, fornito di un’unità mobile con ricevitore satellitare e una valigia tattica appositamente studiata, completa della strumentazione necessaria alle attività previste. Il collegamento con la piattaforma centrale non avrà soluzione di continuità, grazie a un sistema tecnologico in grado scambiare informazioni in tempo reale. Si tratta di un piano di sicurezza globale che, peraltro, potrà essere utile anche per i flussi dell’immigrazione, creando i presupposti necessari per tracciare dettagliatamente i fattori di rischio e gli spostamenti di infezione patogena.
“I vantaggi statistici di un’azione tanto meticolosa – ha concluso Santocono, suscitando la curiosità della delegazione mondiale – sono molteplici e tutti di grande importanza. Non c’è soltanto l’assistenza, ma anche la prevenzione internazionale. Le possibilità sono infinite. Si pensi per esempio alla capacità del progetto di reperire gruppi ematici particolarmente rari, catalogandoli in una vera e propria banca del sangue virtuale”.