La Fisascat Cisl chiede al governo di intervenire per modificare la normativa sulla Naspi. I nodi riguardano in primis il dimezzamento della durata e del valore del sussidio della Naspi a cui sono esposti a decorrere dal 2016 i lavoratori stagionali del settore turismo e del comparto termale in assenza di correttivo strutturale, lo stesso correttivo che è stato previsto dal Dlgs. 148, comma 4 art. 43 – approvato nel mese di giugno scorso ed in vigore dal 24 settembre 2015 – che ha salvaguardato il trattamento di integrazione salariale per l’anno 2015 tamponando di fatto la contraddizione legislativa che avrebbe penalizzato i lavoratori stagionali di due comparti cardine della nostra economia.
Il Presidente Damiano aveva manifestato interesse per le criticità rappresentategli, e aveva espresso condivisione per le soluzioni proposte, dichiarando la disponibilità a proseguire gli approfondimenti del caso in occasione delle prossime riunioni della Commissione Lavoro.
«Auspichiamo in un intervento per la revisione della normativa Naspi per gli stagionali del turismo e del comparto termale per i quali crediamo sia urgente il superamento definitivo della riduzione del 50 per cento della durata e del valore sussidio Naspi con l’effettiva corrispondenza, ai fini del calcolo della prestazione, delle settimane di lavoro prestato» – ha ribadito il segretario generale della Fisascat Pierangelo Raineri.
I sindacati avevano richiesto al presidente Damiano di voler verificare quante delle risorse impegnate per le annualità 2015 e 2016 saranno effettivamente spese – il Dlgs. 148 aveva previsto 32,8 milioni di euro per l’anno 2015 e 64,6 milioni di euro per l’anno 2016 – soprattutto ai fini di una nuova attribuzione di stanziamenti già previsti per lo specifico fine.
Il segretario regionale della Fisascat Cisl Sicilia Pancrazio Di Leo spera che «con il buon senso si possono trovare le soluzioni per non penalizzare i lavoratori, non si risolvono i problemi riducendo del 50% l’indennità e la contribuzione, portando i lavoratori e le proprie famiglie alla fame. I lavoratori aspirano ad avere qualche mese in più di lavoro e evitare di gravare sui costi dello stato, ma se ciò non è fattibile devono poter sopravvivere nei periodo non lavorativi.
Bisogna salvaguardare il trattamento di integrazione salariale per i lavoratori stagionali del settore turismo e del comparto termale in merito alle domande che verranno presentate a decorrere dal 1° gennaio 2016, urge tamponare di fatto la contraddizione legislativa che oggi tende a penalizzare i lavoratori stagionali di due comparti cardine della nostra economia».