Nicola Miriello, 37 anni, è in coma all’ospedale di Locri. La madre, Anselmina Simonetti, aveva lanciato tempo fa un appello, attraverso il nostro giornale, perché il figlio , affetto da oligofrenia cerebropatica di grado medio-alto, era abbandonato dalle istituzioni. La settimana scorsa ha subito due interventi chirurgici egenitori, Anselmina e il padre Antonio, tornano a chiedere aiuto. «Nicola sta male – dice la signora Anselmina – l’abbiamo ricoverato con una febbre e si è aggravato. Dopo il primo intervento c’è stata una complicazione e l’hanno dovuto operare di nuovo. Il blocco dell’intestino è dovuto all’immobilità: Nicola da cinque anni non si muove dal letto e non fa terapia. Non so di chi è la colpa, la verità è che le istituzioni ci hanno negato tutto. Ho interpellato la dott.ssa Squillacioti dell’Asp di Reggio e il presidente della Regione ma non ho avuto risposte». 

«Il ringraziamento che avevo indirizzato alla dott.ssa Squillacioti – aggiunge – lo ritiro perché il fisioterapista che mi ha mandato a casa, dopo quaranta giorni non è più venuto. Il letto di Nicola ora è vuoto. Intendo fare una denuncia alla Procura perché non ci sono infermieri e io e mio marito dobbiamo accudire Nicola anche in ospedale».

Antonio Miriello lancia anche un’accusa ai politici, rimasti insensibili al caso del figlio. «Sono stato costretto – dice – a pensionarmi prima del tempo per assistere mio figlio. Non capisco perché al Nord tutto funziona e qui no. Mi chiedo come mai, ancora, la magistratura non abbia aperto un’inchiesta per quanto sta accadendo nella sanità calabrese, specie nei casi eclatanti come il mio. Ho dovuto pagare le siringhe, i diffusori per le flebo, lo sciroppo, mi sono ridotto sul lastrico. Dove vanno a finire i soldi? Perché non si spendono per questi ammalati?».

Gazzetta del Sud – Ugo Franco

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