“La giustizia è una cosa seria” è il tema del convegno organizzato all’hotel Città del Sole, dall’istituto comprensivo di Stilo, Pazzano e Bivongi. Ospiti il vescovo Giuseppe Fiorini Morosini, e Nicola Gratteri, procuratore aggiunto del Tribunale di Reggio Calabria. Dopo il saluto del presidente del consiglio d’istituto Italia Grazioso, ha introdotto il tema del convegno il dirigente scolastico, Antonio De Leo.
«Per attuare l’educazione alla giustizia – ha detto Morosini – è necessario che tutte le agenzie educative formino rete per condividere alcuni valori fondamentali e portarli in tutte le realtà. Quando parlo di agenzie educative non mi limito a Chiesa, scuola e famiglia, ma mi riferisco a tutti gli spazi che i giovani oggi occupano, soprattutto del tempo libero come discoteche, bar, internet, la strada e altro. Se chi gestisce questi spazi, dove i giovani si incontrano, li gestisce con un progetto educativo condiviso da quelle che sono le strutture consuete, Chiesa, scuola e famiglia, penso che il messaggio possa arrivare».
Gratteri ha parlato di ‘ndgrangheta, ma ha puntato il dito sulla scuola. Ai genitori protettivi che difendono a oltranza i figli, ha ricordato che quando era alunno mai i suoi genitori si sono permessi di mettere in dubbio la parola degli insegnanti. «I giovani di oggi – ha detto – sono migliori di quelli di dieci, quindici anni fa, sono più attenti, vogliono sapere di più, sono più arrabbiati forse perché hanno qualche euro in meno. Questo è di buon auspicio e, comunque, vale sempre la pena di andare a parlare ai ragazzi, spiegare e mettere nella loro testa il tarlo del dubbio che essere ‘ndranghetisti e delinquere non conviene». «C’è – ha aggiunto – un decadimento dei valori, le famiglie, i genitori curano di meno i figli rispetto a una volta. C’é meno tempo, magari i genitori sono impegnati a lavorare, si lasciano i bambini e i ragazzi per ore davanti a internet, e quindi i ragazzi sono bombardati da trasmissioni violente. Ci vorrebbe una scuola a tempo pieno, per far stare i ragazzi assieme anche nel pomeriggio in modo che non vadano in giro a nutrirsi di cultura mafiosa».
Gazzetta del Sud – Ugo Franco