Nella tarda serata di ieri, in Stignano (RC), i Carabinieri della Compagnia di Roccella Jonica hanno tratto in arresto nella flagranza del reato di maltrattamenti in famiglia Vittorio N., 54enne, lavoratore socialmente utile presso l’Ufficio Anagrafe del locale Comune.
In particolare, a seguito di richiesta di aiuto pervenuta al 112 da parte della moglie, una casalinga 49enne del luogo, vittima delle angherie dell’uomo, i militari hanno constatato la presenza di quest’ultimo in evidente stato di ebbrezza, il quale, incurante della presenza dei Carabinieri, continuava a inveire e minacciare di morte la coniuge.
I successivi approfondimenti investigativi hanno permesso di rinvenire e sequestrare un grosso coltello da cucina in camera da letto, riposto all’interno del comodino del 54enne, e di accertare che la donna dal 2007 subiva da marito ripetute minacce, percosse e lesioni, mai denunciate però, nella speranza di evitare la rottura del rapporto coniugale.
Considerato quanto emerso, i Carabinieri hanno tratto in arresto l’uomo, che, dopo le formalità di rito, è stato tradotto presso il carcere di Locri, come disposto dal P.M. di turno, dottoressa Rosanna SGUEGLIA, mentre la donna ha raggiunto alcuni parenti fuori provincia.
È quello della Legge 15.10.2013, n. 119, recante “disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere”, un formidabile strumento apprestato dall’Ordinamento che garantisce maggiore protezione alle donne e contrasta, e se possibile previene, un fenomeno odioso e intollerabile. Infatti, al di là dell’inasprimento delle pene di 1/3 [se alla violenza assiste un minore e/o se la vittima è in stato di gravidanza e/o se la violenza è commessa dal coniuge (anche se separato) e dal compagno (anche se non convivente)], la legge prevede, tra l’altro, l’“arresto obbligatorio” in caso di flagranza per reati di maltrattamento familiare e stalking, nonché l’“allontanamento del coniuge violento dalla casa familiare” (che potrà essere controllato attraverso il braccialetto elettronico), l’“irrevocabilità” della querela per violenza e maltrattamenti (sottraendo, di fatto, la vittima dal rischio di una nuova intimidazione tendente a fargliela ritirare) e il “patrocinio legale gratuito” per le vittime che non si possono permettere un avvocato.