Pochi anni fa mi trovavo a Savelli per celebrare un Sissizio, ospite dell’impareggiabile amico Ing. Antonio Monizzi e di sua moglie Angela. In quell’occasione conobbi un loro amico, Michele Pugliese, che affermò di avere sempre usato il Teorema di Pitagora quando doveva tracciare le fondamenta di una casa ed essere sicuro di formare un angolo retto: Prendo con la rolletta tre metri sul terreno, poi quattro metri ad angolo col primo e poi chiudo con un terzo lato di cinque metri a formare un triangolo rettangolo. E’ matematico che l’angolo sarà di novanta gradi. Allora non feci molta attenzione a quanto affermava il geometra Pugliese, e solo recentemente mi tornò a mente quell’episodio, leggendo del Triangolo Sacro degli antichi egizi, che si formava appunto su tre lati di 3, 4 e 5 con unità intere della stessa misura. Ognuno può verificare queste notizie cercando nella rete. Telefonai giorni fa agli amici Ing. Franco Papaleo, Arch. Alfredo Varano e Ing. Nino Stefanucci, i quali concordemente mi rassicurarono che quella pratica era ben nota in Calabria nei cantieri di costruzione e i mastri muratori la chiamano lo squadro. Mi dissero anche che non avevano avuto notizia di quella regola empirica né nell’istituto per geometri né all’università. Stefanucci poi, di origine abruzzese, mi confermò che quella tecnica era sconosciuta in Abruzzo. Il Prof. Vincenzo Squillacioti della Radice, mi confermò in una conversazione che ne aveva sentito parlare da un capomastro di Badolato, il quale aggiunse il dettaglio che, se l’edificio era molto grande, si poteva partire da multipli di 3-4-5, cioè 9-12-15 e si otteneva sempre un angolo retto. Un veloce calcolo a tavolino mi confermò che questo avveniva poi sempre con multipli dei tre dei numeri iniziali.
Esempio: 3×3=9; 4×4=16; 5×5=25, numero che corrisponde a 9+16.
Moltiplicando i numeri iniziali X 3, e quindi 9,12 e 15 avremo: 9×9=81;
12×12=144; 15×15=225, che corrisponde a 81+144.
Continuando avremo i numeri 27, 36 e 45, che nascono da 9, 12 e 15 x3: 27×27=729: 36×36=1296; 45×45=2025, che corrisponde a 729+1296.
Tempo fa avevo letto che il Teorema di Pitagora era stato rintracciato in qualche tavoletta cuneiforme anteriore a lui. Tutti gli autori antichi però sono concordi nell’attribuire a Pitagora la scoperta del suo teorema, senza dubbio il più famoso della geometria, e questo recente riscontro calabrese ci porta ad affermare con le dovute cautele quanto segue: 1. Il Triangolo Sacro era noto agli egizi e forse anche agli assiri o babilonesi ancora prima di Pitagora. Se esso è rimasto vivo in Calabria come tecnica costruttiva, fu quasi certamente Pitagora a portarlo dall’Egitto, dove egli visse per venti o più anni. Sarebbe interessante avere notizie dello squadro da altre regioni europee ed extra, che potrebbero così offrire una mappatura della diffusione del pitagorismo attraverso l’uso di quella tecnica costruttiva. 2. Mi sembra di poter affermare che la scoperta di Pitagora fu di capire che la somma dei quadrati dei due cateti di qualunque triangolo rettangolo era sempre uguale al quadrato dell’ipotenusa. 3. In altre parole, si possono costruire infiniti triangoli rettangoli scegliendo qualunque misura dei due cateti, ma la grandezza dell’ipotenusa si può predire solo se rispetta le regole delle Terne Pitagoriche. Queste sono composte da tre numeri interi e sono valide anche per i multipli di 3-4-5, o altri numeri purché si mantengano le proporzioni fra i vari lati. Ad esempio, un triangolo rettangolo di lato 6 e 8 avrà l’ipotenusa pari a 10 (62 + 82 = 102, 36 + 64 = 100). 4. Altrimenti bisogna calcolare l’ipotenusa con l’estrazione della radice del quadrato. 5. Questa nostra indagine fa ben sperare per il futuro della Nuova Scuola Pitagorica, della Calabria, dove quella dottrina è tuttora vivente nonostante le apparenze contrarie di decadenza, e di una presa di coscienza del valore universale dell’Etica Pitagorica come via per la pacificazione del mondo, come avrò modo di scrivere nel mio prossimo libro che dovrebbe essere pronto per l’estate 2019.