Riceviamo e pubblichiamo la nota redatta dal Coordinamento Zonale “Altra Calabria – Basso Ionio Catanzarese” a seguito dell’iniziativa NO TRIV/BLOCCA lo “Sblocca Italia” realizzata a Soverato (Cz) ieri sera: <<Lo Sblocca Italia è un atto politico e giuridico mostruoso e scellerato, che si ponte contro il reale sviluppo della Calabria e dei nostri territori, le cui priorità sono assolutamente altre. E’ in fase di realizzazione l’ultimo atto finale di svendita e devastazione dei nostri territori, dei beni comuni, del patrimonio pubblico, dell’ambiente e delle nostre bellezze naturalistiche, con speculazioni finanziarie che tutelerebbero solo gli interessi delle multinazionali e non certamente l’interesse pubblico.
Speculazioni che provocherebbero ingenti danni e rischi all’ambiente e alla salute pubblica. Sono queste le motivazioni di fondo illustrate dai relatori intervenuti all’iniziativa NO TRIV-Altra Calabria di ieri sera a Soverato, a sostegno delle campagna nazionale “BLOCCHIAMO LE TRIVELLE NEI NOSTRI MARI”. L’iniziativa, svoltasi presso il T-Monk di via Chiarello, alla presenza di una nutrita presenza di cittadini, è stata organizzata dal Coordinamento zonale “Altra Calabria – Basso Ionio Catanzarese” e dal Coord. Regionale NO-TRIV. Sul tavolo della discussione questioni politiche particolarmente sentite, viste inoltre i diversi e qualificati interventi da parte della platea. Tra i relatori-ospiti della manifestazione, Enzo Di Salvatore (co-fondatore del Coordinamento Nazionale NO-TRIV, docente di Diritto Costituzionale all’Università degli studi di Teramo) e Anna Lucia Bonanni, docente impegnata da anni in varie forme di attivismo politico-culturale e per la messa in sicurezza del territorio dai rischi sismici ed idrogeologici (in primis in Abruzzo e nella città de L’Aquila). I due interventi hanno sottolineato il fatto che: << Il decreto Sblocca Italia non va nella direzione espressa dal Presidente del Consiglio all’assemblea ONU, e non punta assolutamente sulla tanto decantata green economy perché contiene misure di carattere energetico che toccano la questione delle fonti fossili (gas e petrolio).
Tutti i progetti che riguardano gas e petrolio vengono qualificati come strategici, indifferibili ed urgenti da realizzare e, i titoli che vengono rilasciati per svolgere questa attività, contengono tutti la dichiarazione di pubblica utilità e, già a partire dalla fase della ricerca, il vincolo preordinato all’esproprio. Questo pone già una serie di dubbi di legittimità costituzionale, perché toccano l’articolo 42 della Costituzione, riguardo il diritto di proprietà. Già durante la fase della ricerca, fase in cui ancora non si sa se c’è effettivamente qualcosa nel sottosuolo. Il problema è poi quello della inconciliabilità di due modelli di sviluppo economico, e guardano al SUD e alla Calabria cozzano con le vocazioni turistiche e agricole dei tanti territori. E poi quello degli idrocarburi è problema serio, poiché trattasi di risorse destinate comunque ad esaurirsi, e che conseguentemente non rappresentano il futuro. Tutto ciò non è green economy! Non c’è alcun vantaggio per i cittadini a livello locale. Le risorse petrolifere sono talmente esigue che nel giro di un paio di decenni il petrolio si esaurisce, e dopo aver saccheggiato quel terreno è impensabile riconvertirlo nuovamente.
Oltretutto, anche volendo fare un’ulteriore analisi costi benefici, le società petrolifere diventano proprietarie del petrolio estratto, potendolo portare via, rivendendolo a caro prezzo, essendo tenuti soltanto a corrispondere delle royalties, cioè di una piccola percentuale del prodotto estratto, solo dopo aver estratto un considerevole numero di tonnellate di petrolio. Ma le royalties sono pari al 7 e al 10 %, a seconda che si tratti di gas o di petrolio, e queste royalties vengono poi ripartite tra Stato, Regione e Comuni, anche se rispetto a questi ultimi occorre precisare che sono interessati soltanto quelli che nel proprio territorio hanno la maggior parte di pozzi possibili. Quindi, tranne le royalties e le imposte sul reddito delle società, non c’è niente che avvantaggi la collettività. Tanto più che l’imposta viene poi utilizzata per nuovi investimenti di ricerca petrolifera. In merito a quest’ aspetto, quando talvolta si obietta che altrove non vi sono royalties, come in alcuni paesi del nord Europa, si dimentica che poi ci sono imposte sul reddito delle società pari a circa l’ottanta per cento>>.
L’Altra Calabria, assieme alla lista L’Altra Emilia-Romagna, hanno già dichiarato di esser pronti ad impugnare il decreto legislativo e sono diverse le reti di associazioni ambientaliste territoriali che si stanno mobilitando nelle tante regioni italiane contro un atto considerato politicamente e giuridicamente mostruoso, iniquo ed inaccettabile. Decreto contro il quale hanno espresso una profonda disapprovazione i candidati consiglieri per la lista “L’Altra Calabria” Domenico Commisso, Raffaella Raffaelli e Nicola Perrotti. << Si tratta, per la nostra Regione – hanno sottolineato i tre durante il dibattito di ieri – di un vero e proprio attacco alla salute pubblica e alla sicurezza dei cittadini, considerato il fatto che sono previste, da un lato, le installazioni di piattaforme a pochi chilometri dalle nostre coste al fine di trivellare il nostro fondale e dall’altro la costruzione di numerosi inceneritori per la raccolta dei rifiuti, che vanno nel senso opposto alla riconversione ecologista di cui la Calabria ed il Sud necessitano.
Una battaglia prioritaria della nostra lista, invece, e che rappresenta uno dei pilastri portanti del programma dell’Altra Calabria. Le politiche governative nazionali e regionali, sostenute e portate avanti in maniera trasversalistica da centro-destra e centro-sinistra, sono in netta antitesi alle politiche ambientali adottate in gran parte delle democrazie moderne e “salvaguardano” solo gli interessi delle multinazionali, che da anni continuano speculare sulla nostra pelle per i loro meri profitti, distanti anni-luce dall’interesse pubblico e delle nostre comunità>> .
In particolare Mimmo Commisso, candidatura espressione del territorio del basso ionio, ha tenuto a precisare che quello delle trivellazioni è un vero è proprio dramma per la nostra Regione sotto diversi profili: “Sarà danneggiato irrimediabilmente l’ecosistema marino che determinerà un danno ambientale enorme e non solo. Anche dal punto di vista economico le ripercussioni saranno disastrose perché tale scempio andrà ad intaccare la principale attività commerciale del basso jonio, come ad esempio il turismo, che dovrà fare i conti con la presenza di queste strutture che provocheranno un impatto ambientale notevole. E poi si tratta di un’offesa alla bellezza paesaggistica e naturalistica regalataci dalla natura. Ma non solo, le strutture alberghiere e balneari subiranno a medio-lungo termine perdite ma anche quelle ittiche poiché l’ecosistema verrà completamente compromesso. E non finisce qua – ha aggiunto ancora Commisso – la Calabria è una regione ad altissimo livello sismico ed idrogeologico e questa instabilità sarà solamente aumentata da questi mostri che poggeranno sul nostro mare e si la prova provata di tutto ciò si ha già, guardando alle pessime esperienze di Crotone e Capo Colonna dove si rischia di perdere anche un notevole patrimonio storico. Oltre al danno riceveremo la beffa, perché mentre in cambio per le concessioni a porre le trivelle nei mari di altre regioni italiane o di altri paesi del mediterraneo quest’ultimi ricevono delle royalties di notevole entità da parte dei colossi internazionali che ottengono le concessioni, quelle invece previste per la regione Calabria sono ridicole e tali da non determinare nessun sensibile miglioramento per le finanze della Regione stessa.
Una situazione controproducente per i nostri territori, grave ed inutile, così inutile e controproducente come il voto richiesto da tante forze partitiche regionali che fanno il gioco solo dei poteri forti e di chi fa politica per mestiere mettendo in campo una lotta permanente del potere per il potere>>.
L’iniziativa si è poi conclusa con gli interventi di alcuni sostenitori della lista L’Altra Calabria, referenti del Coordinamento zonale Basso Ionio Catanzarese su questioni di carattere elettorale. <<Questa storia del voto utile – hanno inteso precisare, rispondendo in maniera netta ad alcuni avversari – è aberrante non solo perché lede il diritto di ognuno ad esprimere in maniera libera il proprio consenso, ma anche perché ricorda le parole non tanto lontane nel tempo dei “nostri” avversari politici quando ancora eravamo tutti sulla stessa barca.
Se si criticano aspramente i provvedimenti adottati dal governo, se si fa vanto di essere di sinistra e poi si appoggia la coalizione di Oliverio – che vanta al suo interno liste collegate con persone appartenenti al mondo dell’ex centro-destra di scopellitiana memoria e che, secondo le ammissioni soveratesi di Cesa (UDC) è pronto a governare con NCD+UDC – allora è del tutto lampante che il vero voto inutile, semmai esista, è quello dato alla formazione del sindaco Gianni Speranza. Come si può pensare di tacciare noi di conservatorismo quando abbiamo deciso di proseguire coerentemente sul buon percorso politico tracciato dall’Altra Europa con Tsipras e di non scendere a compromessi con le varie forze partitiche che hanno governato questa Regione, negli ultimi 15 anni, con fallimenti epocali indescrivibili?!
E’ solo coerenza. L’Altra Calabria ha cercato più volte il dialogo per proseguire la strada che ci ha visto vittoriosi alle scorse elezioni europee con la lista Tsipras ed è una lista talmente inclusiva che sono molte le associazioni che la sostengono e quelle che, anche in questi ultimi giorni, si stanno interessando al nostro progetto politico. Un progetto politico di prospettiva, non solo elettorale, marcatamente di sinistra, che punta alla costruzione di una sinistra sociale con una visione concretamente alternativa dello sviluppo della Calabria e con un percorso di prospettiva e lungimiranza che non ha eguali. La sinistra in Calabria era unita e aveva dimostrato di poter ottenere risultati vincenti. Se qualcuno l’ha divisa, rapito da ambizioni o tornaconti personali o posti di comando/potere, non siamo stati di certo noi de L’Altra Calabria. Nella coalizione di Oliverio di Sinistra non c’è nulla. Laddove eletti, avranno il coraggio di impugnare lo “Sblocca Italia” che prevede oltre che le concessioni per le trivellazioni nel nostro mare anche la costruzione di nuovi inceneritori, di centrali carbone in riva al mare o nel bel mezzo di parchi naturali o aree protette? Per non parlare poi dei danni perpetrati sul sistema del welfare sociale o del lavoro dove è in atto un continuo e sistemico smantellamento dei diritti, conquistati da storiche forze di sinistra italiane nei migliori anni di lotta degli ultimi 50 anni.
L’unica Sinistra che vediamo è quella fatta dalle lotte di compagni e cittadini, di associazioni e movimenti, che da anni sono impegnati nelle tante vertenze territoriali a tutela e salvaguardia dei diritti dei calabresi, dell’ambiente, del lavoro, dei beni comuni e contro le politiche ultra-liberiste devastatrici e con profitti colossali solo per i soliti noti. Istanze, con conflitti sociali ancora aperti nelle varie zone della Calabria e con percorsi di lotta praticati attivamente, che rientrano a pieno titolo nella piattaforma politica-programmatica de L’Altra Calabria. Un progetto, il nostro, che vuole andare oltre questa tornata elettorale, così come è andato oltre quella precedente delle scorse Europee. Non siamo certo noi a doverci giustificare con gli elettori per una scelta che siamo certi anche tanti compagni di SEL non concepiscono. Noi non parliamo di voto inutile perché non è nel nostro stile e rispettiamo le idee di tutti e di chi si spende per fare politica, ma un voto dato a alla lista “La Sinistra – Per cambiare la Calabria con speranza” equivale a portar consenso a gente come i vari Fuda, Loiero, Gentile, Trematerra, & co. e ciò perché quand’anche fosse eletto Speranza sa già che non avrà un posto decisionale di nessun tipo e ne avrà le forze numeriche per fare opposizione. Un voto realmente inutile che come dimostrato dal passato, facendo un minimo di autocritica, ha giovato solo a coloro i quali hanno fagocitato le forze politiche di sinistra per accaparrarsi voti e vincere, con i classici giochi di gestione della politica regionale per la gestione del potere (con relativi passaggi, infine, di ex politici eletti con queste forze tra le fila del PD o di forze egemoniche di potere). Allora che qualcuno ci spieghi: quale sarebbe il voto peggiore per queste nostra terra? L’Altra Calabria ha deciso che non contribuirà a riconsegnare nelle mani dei soliti mestieranti della politica la nostra Regione. Il 23 novembre per iniziare a cambiare la Calabria bisogna andare a votare la lista L’Altra Calabria, sostenendo il nostro candidato presidente Domenico Gattuso ed il nostro candidato consigliere Domenico Commisso”.>>