Nessun decreto Longobucco. Nessun provvedimento tempestivo e concreto dal governo che riporti una comunità ferita, per il crollo di una strada aperta appena 10 anni prima, e che chiede a viva voce di non essere abbandonata dallo Stato. Oltre le pacche sulle spalle dei sindaci, dal ministro Salvini nessun provvedimento e poche parole che sanno di evanescenza, pesando sul futuro dei longobucchesi.
Per Salvini la priorità è l’inchiesta della procura. Finché la Sila Mare sarà sottoposta a sequestro dunque non accadrà nulla. La dignità di un territorio viene così rimessa ai tempi della giustizia. Accade in Calabria quello che non è accaduto in Liguria.
Nessuna risposta ai bisogni del territorio come accaduto con Genova, dunque, ai tempi del ponte Morandi e che ha visto il governo, tra le altre cose, supportare economicamente la popolazione colpita. Nessun supporto concreto oggi ai longobucchesi oltre un’ambulanza messa a disposizione dalla regione per soli 10 giorni. Nessuna risposta neanche dalla regione sulla strada che dal bivio del “Manco” conduce al ponte di Cropalati, la cui consegna dei lavori sarebbe attesa per luglio.
Viene da chiedersi ancora: dal bivio di Ortiano fino a Longobucco Anas riaprirà la strada dopo il 23 maggio oppure no? Anas che interventi di messa in sicurezza ha effettuato e ancor di più sarebbe utile capire perché è stato chiuso anche quel tratto di strada dopo soli pochi giorni dal crollo del viadotto giustificandosi con la pioggia?
Quella che si è consumata oggi nelle stanze del ministro Salvini è la presa in giro di una classe politica che nulla ha mai dato e che oggi si affretta solo a investire 15 miliardi per tre chilometri di ponte sullo Stretto. Le affermazioni di Salvini lasciano così solo presagire mal di pancia ancora più grandi.