Sud chiama Nord, Lombardo chiede informazioni sulla possibile mancata maggiorazione delle tariffe non pagata dai mezzi d’opera del raddoppio ferroviario Giampilieri – Fiumefreddo.  

Il tratto autostradale della A18 di competenza del Consorzio per le Autostrade Siciliane, che va dalle entrate di Roccalumera e Taormina fino a Catania è interessato ormai da mesi dal transito dei mezzi d’opera proveniente dai lavori per la realizzazione del raddoppio ferroviario Giampilieri – Fiumefreddo.

“Il tratto in questione è percorso infatti quotidianamente da mezzi d’opera, che sono tenuti, ai sensi di quanto disposto dal comma 2 dell’articolo 34 del Decreto legislativo 285/1992, a corrispondere al concessionario un’ulteriore somma ad integrazione dell’indennizzo di usura equivalente alla tariffa autostradale applicata al veicolo in condizioni normali, maggiorata del 50 per cento, e tale maggiorazione deve essere versata insieme alla normale tariffa alle porte controllate manualmente”.

A scriverlo è il deputato di Sud chiama Nord Giuseppe Lombardo che ha chiesto all’assessore regionale delle Infrastrutture e della Mobilità, al direttore Generale del Consorzio per le Autostrade Siciliane,

dott. Calogero Franco Fazio e ai membri del Consiglio Direttivo del Consorzio per le Autostrade Siciliane se corrisponda al vero che “i mezzi d’opera utili allo svolgimento dei lavori del raddoppio ferroviario Giampilieri – Fiumefreddo che percorrono l’autostrada A18 non paghino la maggiorazione dovuta ai sensi del precitato comma 2 dell’articolo 34 Decreto legislativo 285/1992”.

E chiede anche di sapere “se qualora i mezzi d’opera transitanti sui tratti autostradali di competenza del CAS utilizzino sistemi automatici di pagamento del pedaggio, non transitando dunque dai caselli con esattore presente,  come tali mezzi paghino le dovute maggiorazioni tariffarie previste dal comma 2 dell’articolo 34 Decreto legislativo 285/1992”. Qualora le notizie in possesso di Lombardo fossero vere, “il Cas perderebbe decine di migliaia di euro – conclude il deputato di ScN-. E se la circostanza venisse accertata, ben si comprende che protraendosi per tutta la durata del cantiere, la somma che si perderebbe ammonterebbe a centinaia di miglia di euro. Somme che servirebbero al Cas per la manutenzione”.