Sopralluogo, nel pomeriggio, del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, all’ospedale San Marco di Catania. Il governatore, che era accompagnato dall’assessore alla Salute Ruggero Razza e dai dirigenti ospedalieri, ha voluto verificare personalmente lo stato di avanzamento dei lavori per la realizzazione di nuovi posti letto di terapia intensiva per l’emergenza Coronavirus.
“Tutto procede – evidenzia il presidente – come previsto. L’allestimento sta andando avanti con celerità, grazie alla mobilitazione di tutto il personale. Stiamo approntando anche venti posti nel reparto di pediatria, in caso di contagio per i bambini”.
Quella di oggi a Catania è la prima delle visite programmate da Musumeci nei vari ospedali dell’Isola. La prossima settimana sarà la volta del Palermitano.
“Vogliamo essere certi – aggiunge il governatore – di arrivare puntuali, con i mezzi di cui disponiamo, all’appuntamento col picco dell’epidemia che gli esperti ipotizzano tra la fine di marzo e i primi di aprile”.
Musumeci e Razza sono stati anche nel reparto di Rianimazione, dove sono ricoverati pazienti in terapia intensiva.
“Vorrei far visitare questi posti – riprende il presidente – a tutti coloro che, ancora oggi, continuano ad andare in giro per le strade della Sicilia o a riunirsi dicendo ‘tanto a me non accade niente’. Le immagini di questi reparti sono davvero difficili da dimenticare”.
Lasciando l’ospedale, il governatore ha voluto rivolgere anche un appello ai cittadini costretti a fare la fila davanti ai negozi di generi alimentari e ai supermercati e che, per questo, si lamentano della chiusura domenicale.
“È un provvedimento duro, restrittivo, sofferto – spiega – ma anche meditato, insieme all’associazione dei Comuni ed ai colleghi di altre Regioni. Domenica scorsa nei supermercati c’era tanta gente, assembrata in una condotta irresponsabile. La spesa si può fare per sei giorni alla settimana. Non c’è motivo di aspettare la domenica per fare folla. Anche i lavoratori dei supermercati hanno diritto a fermarsi almeno un giorno. Anche loro sono in trincea e sovraesposti. Facciamo qualche sacrificio adesso, per un paio di settimane – conclude Musumeci – per evitare nel futuro di farne altri, più pesanti, in un letto di ospedale”.