Reinserimento e prevenzione dei soggetti a rischio sociale. All’appello hanno risposto anche diverse amministrazioni locali. Tante le adesioni raccolte dall’assessorato alle Politiche Sociale del Comune di Soverato, innanzitutto dai Comuni limitrofi: Davoli, San Sostene, Montepaone, Montauro, Gasperina, Badolato, Satriano, Santa Caterina. Hanno risposto l’appello anche il Sert di Soverato, il Csm di Montepaone, le associazioni del terzo settore, il settore della giustizia minorile e il Centro per l’impiego. L’incontro, che è scaturito dall’esperienza sul campo e dalla condivisione di strumenti, metodi e azioni implementate nella provincia di Catanzaro dall’associazione “Centro Calabrese Solidarietà” e dal “Servizio per le Tossicodipendenze” di Soverato, si è posto il fine di creare una rete pubblico-privata a supporto delle problematiche legate alla devianza, alla criminalità e alla disoccupazione presente sul territorio attraverso la stesura di un “Piano d’azione territoriale” volto alla messa in atto di modelli salutotropi per l’incremento del benessere della collettività e per la crescita del tessuto sociale. I lavori sono stati aperti da Sonia Munizzi che ha inviato tutti gli “attori” presenti a fare rete in modo serio ed continuativo. La parola è stata poi presa da don Mimmo Battaglia, legale rappresentate del “Centro Calabrese di Solidarietà”, il quale ha sostenuto che con i suoi collaboratori lavora da più di 25 anni nell’àmbito del disagio, delle dipendenze e dell’emarginazione. Don Mimmo ha parlato con un certo allarme dell’uso delle droghe tra i nostri giovani, problemi che non si possono più delegare alla scuola o al Sert per la soluzione. «L’inclusione sociolavorativa – si è così espresso don Mimmo – deve diventare comunità. Le storie difficili di questi ragazzi devono diventare le maglie del nostro tessuto sociale. Le famiglie non possono affrontare queste problematiche da sole». È seguito l’intervento di Egidio Battaglia, del “Sert” di Soverato, che ha riportato alcuni dati sull’uso di droghe e di alcol, registrati sul territorio. Su questa scia anche l’intervento di Donatella Pelaia del “Sert” di Soverato, che ha posto l’accento su esperienze progettuali che ha visto il coinvolgimento di attori pubblici e privati. Si è però entrati nel vivo dell’incontro con la relazione del responsabile del “Centro Calabrese di Solidarietà”, Andrea Barbuto, che ha illustrato come si giungerà alla redazione del “Piano d’azione territoriale (Pat). Sono stati individuati i destinatari del progetto, i modelli di prevenzione e un linguaggio comune per condividere e trasmettere le esperienze. Si è parlato anche di stimolare la nascita di network, di pacchetti di previsione primaria.. «Il cittadino deve essere come l’uomo ragno», questa l’immagine che ha voluto dare Andrea Barbuto per far capire ai soggetti presenti l’importanza di lavorare in rete, un valore aggiunto per la società . Sonia Munizzi ha invitato tutti a partecipare alla redazione del “Pat”.
Gazzetta del Sud – Maria Anita Chiefari