La cefalea è un disturbo cronico per tre milioni di persone, occasionale per otto. Se si hanno più di tre attacchi in un mese, se il dolore si scatena in modo improvviso o se non passa dopo 4-5 giorni di automedicazione, è consigliabile chiedere aiuto al medico di famiglia. Basta poco per farlo scattare. Un colpo di freddo, un forte stress, tensione o una postura scorretta per innescare un mal di testa. Una patologia cronica per tre milioni di italiani, occasionale per otto. Di questi, sei milioni sono affetti da emicrania, caratterizzata da attacchi di dolore intenso, pulsante e gravemente disabilitante, solitamente unilaterale e associato a nausea, vomito, fastidio per luci e suoni. Ma non è tutto: il 4% della popolazione mondiale soffre di cefalea tutti i giorni. A soffrirne sono soprattutto le donne, con un rapporto medio di 4 a 1 rispetto agli uomini. Ne esistono circa 200 forme, talvolta molto bizzarre come nel caso della cefalea a rombo di tuono, da attività sessuale, ipnica, da tosse, da hot-dog ecc. In alcuni casi, come nella cefalea a grappolo, il dolore è così intenso da essere paragonabile a quello della colica renale e del parto. Un dolore che va curato. “Il dolore del mal di testa non è una vera e propria malattia – spiega il dottor Piero Barbanti, direttore dell’Unità cefalee all’ Istituto San Raffaele Pisana di Roma – . Chi ne soffre deve capire che la malattia va curata e serve una diagnosi precisa. Il paziente può aiutare il medico in questo compito registrando su un diario le caratteristiche salienti del proprio mal di testa. Descrivere la frequenza degli attacchi, sede, durata e intensità del dolore e i fenomeni di accompagnamento sono il punto di partenza per combattere il problema”. Inoltre, non bisogna dimenticare di riposare in un ambiente buio, di cercare il silenzio. In ogni caso è consigliabile rivolgersi al proprio medico di famiglia che saprà riconoscere il mal di testa e affrontarlo nel modo più opportuno. Emicrania, cefalea tensiva e quella a grappolo. Le cefalee si suddividono in forme primarie, cioè senza una causa sottostante (come nel caso di emicrania, cefalea di tipo tensivo e cefalea a grappolo) e in forme secondarie, ovvero conseguenti ad altri fattori come ad esempio traumi, infezioni o abuso di sostanze. Tra le cefalee primarie, l’emicrania è la più diffusa e colpisce soprattutto le donne (18%). Sono i tre diversi tipi di mal di testa. “L’emicrania è accompagnata da un dolore piuttosto acuto, pulsante e ricorrente che può durare da un minino di qualche ora fino a un massimo di tre giorni. Inizia da un lato della testa fino a coinvolgere fronte e tempie”. La forma più diffusa invece è la cefalea tensiva. Si contraggono muscoli di spalle e collo che creano un cerchio che avvolge la testa. Il male è bilaterale e si localizza nella parte posteriore e media-inferiore del cranio. “Infine – aggiunge l’esperto – c’è la cefalea a grappolo, abbastanza rara e molto dolorosa. Il male è intenso, monolaterale e si concentra intorno all’occhio e lo zigomo, le crisi si susseguono a intervalli brevi e durano un’ora o due. Ma ci sono casi che arrivano anche fino a tre giorni”. Come individuarlo. “Bisogna fare attenzione se il mal di testa che si ha è diverso da quelli avuti in passato – aggiunge Barbanti – o se si comincia ad avere frequenti mal di testa che prima non si avevano, o ancora se ci si accorge di ‘sopravvivere’ andando avanti ad analgesici”. Il mal di testa “già conosciuto”, quello che ogni tanto si ripresenta in modo identico, può essere trattato sia modificando lo stile di vita (ad esempio evitando l’alcol, il digiuno o certi cibi che scatenano l’attacco), oppure usando farmaci di automedicazione (dall’aspirina al paracetamolo). Se però si hanno più di tre attacchi in un mese, se il dolore si scatena in modo improvviso o se non passa dopo 4-5 giorni di automedicazione, è consigliabile chiedere aiuto al medico di famiglia. I farmaci. È sempre buona regola però evitare il ricorso a medicinali di cui non si conosce bene l’indicazione, magari consigliati da amici e parenti. Per il mal di testa esistono farmaci di automedicazione efficaci che, assunti in maniera tempestiva all’insorgere del disturbo e secondo la posologia indicata nel foglietto illustrativo, possono agire in modo appropriato: si tratta di alcuni FANS (farmaci anti-infiammatori non steroidei) come l’acido acetilsalicilico, l’ibuprofene, il naprossene sodico e il paracetamolo. Bisogna però sapere che non tutti i FANS sono di automedicazione: alcuni principi attivi di questa famiglia appartengono alla categoria dei farmaci soggetti a prescrizione medica e sono indicati per malattie diverse dal “semplice” mal di testa. Quelli utilizzabili autonomamente sono facilmente riconoscibili in quanto recano sulla confezione un bollino rosso con l’indicazione “Farmaco senza obbligo di ricetta”. Ma in ogni caso è bene ascoltare in prima battuta i consigli del medico di famiglia che poi saprà indirizzare l’assistito verso un centro per le cefalee.
(canali.kataweb.it)