Satriano è stato inserito nel quinto gruppo dei Centri operativi misti (Com) della Calabria interessati al fenomeno del dissesto idrogeologico regionale. Tanto in ottemperanza ad una direttiva del settore regionale della Protezione Civile. L’alluvione del gennaio e febbraio 2009 e del settembre dello stesso anno ha evidenziato la situazione del territorio che, insieme alla maggior parte, la quasi totalità, dei Comuni calabresi è a forte rischio dal punto di vista idrogeologico. Le numerose frane sia nella parte bassa del territorio, nell’immediata periferia satrianese e a monte, hanno riconfermato lo stato di fragilità dell’intero tessuto ricadente nel perimetro satrianese. Già senza spostarsi molto da quello che è il nucleo abitativo, nell’immediata periferia ci sono i segni della precaria stabilità delle collinette su cui poggia il centro abitato. Da una parte l’irruenza delle acque dell’Ancinale dall’altra il terreno, la roccia pur granitica, nella zona di Sidarè, di Luppino, nella parte sottostante la fontana vecchia, di Rumbola, di Notarmelli è costituito in maniera massiccia da un minerale, il caolino, che agevola lo slittamento delle falde verso valle, e che risulta essere complice degli smottamenti, dei cedimenti dei terreni. Basta una “normale” alluvione, un “rombo” dell’Ancinale perché la situazione precipiti evidenziando l’incuria e lla mancata prevenzione.(r.r.)
Gazzetta del Sud