Discarica comunale di rifiuti solidi urbani, chiusa da tempo ed al confine del Parco Nazionale Aspromonte, continuava ad essere utilizzata per ogni tipo di rifiuto speciale. Sequestro e indagini.
Non si ferma la pressione dei Carabinieri contro il fenomeno delle discariche abusive in provincia di Reggio Calabria, attività di polizia implementata per il 2021 anche con una specifica campagna di controlli sul dissesto idrogeologico e sul rispetto delle normative ambientali.
Militari della Stazione CC territoriale di Santo Stefano in Aspromonte e della Stazione CC Forestale di San Roberto, hanno sequestrato la vecchia discarica comunale di Santo Stefano in Aspromonte che, nonostante fosse chiusa da tempo, continuava ad essere utilizzata in modo incontrollato per ricevere rifiuti di ogni tipo, anche pericolosi. Non è una novità, si direbbe, ma questa vota c’è qualcosa in più. La discarica, vasta circa 3.600 mq, utilizzata a suo tempo per i rifiuti solidi urbani, risultava chiusa da diversi anni, con la vasca di raccolta sigillata da uno strato di terra. Su questa copertura, nel tempo, ignoti hanno continuato a conferire rifiuti di ogni genere, ben più pericolosi dei rifiuti urbani, quali ad es. lastre di Eternit frantumato, contenitori di oli esausti e vernici, carcasse e parti di autoveicoli, apparecchiature elettriche ed elettroniche (R.A.E.E.), alcuni dei quali muniti di matricola d’inventario e logo del Comune di Santo Stefano d’Aspromonte come a dichiararne, in modo inconfutabile, la provenienza.
Il tutto a ridosso dei confini del Parco Nazionale d’Aspromonte, con gli inevitabili percolati e fluidi inquinanti che confluiscono direttamente sul vicino Torrente Fiumarella, in una zona di pregio ambientale attraversata da diversi sentieri escursionistici appositamente segnalati dal C.A.I. (Club Alpino Italiano). Come questo scempio sia stato possibile, così come sulla provenienza rifiuti, daranno spiegazioni agli inquirenti i responsabili dell’Ufficio Tecnico Comunale, in attesa che le indagini, attualmente contro ignoti e tuttora in corso, definiscano chiaramente responsabilità e identità degli autori di questi fatti delittuosi.
Ai cittadini di Santo Stefano d’Aspromonte spetta interrogarsi sul tipo di indirizzo da seguire per lo sviluppo economico e sociale della propria comunità. Occorre chiedersi se il degrado ambientale, l’aumento dei rischi per la salute, l’inevitabile perdita di “valore” del territorio, generato da questi comportamenti sia un fattore di crescita per tutta la comunità o un vantaggio economico solo per pochi. O se invece puntare sulla qualità ambientale, primo motore del turismo di prossimità ed escursionistico, sia la vera unica scelta possibile.