«Il pellegrinaggio in Terra Santa è una grande espressione di fede, un viaggio che bisognerebbe fare almeno una volta nella vita. Confrontare ciò che si conosce attraverso la fede con i luoghi e i fatti storici è un’esperienza unica». Così Monsignor Rocco Scaturchio,
Rettore del Pontificio Seminario Teologico “San Pio X” di Catanzaro, ha concluso il suo intervento come relatore all’incontro sul tema “In Terra Santa – Sulle orme di Gesù di Nazareth”, promosso dalla Parrocchia di Sant’Ilarione Abate, svoltosi sabato scorso nelle sale dell’Oratorio del Sacro Cuore alla Marina di Sant’Ilario dello Ionio (RC). Un incontro che ha riassunto storia, arte e fede del luogo più denso di suggestioni al mondo.
«La nostra è una fede basata non sulle idee ma sugli eventi reali, perciò recarsi dove Gesù ha vissuto l’esperienza terrena emoziona in maniera incredibile e rafforza la fede ⎼ ha detto Monsignor Scaturchio ⎼. Voglio ribadire che si tratta di un viaggio sicuro, nonostante il contesto difficile; Israele cura in maniera particolare la sicurezza dei pellegrini. Nonostante le guerre, sino a oggi, non è mai accaduto nulla ai numerosissimi gruppi che si recano laggiù in pellegrinaggio».
Sono oltre un milione all’anno i viaggiatori in Terra Santa, moltissimi in questi ultimi anni provengono dai Paesi russi, mentre c’è un lieve calo per quanto riguarda i pellegrini occidentali. «Dal 1990 vado in Terra Santa due o tre volte l’anno come guida, sono al 54° viaggio, ma l’emozione si rinnova ogni volta sempre in maniera intensa, indescrivibile ⎼ ha aggiunto ancora Monsignor Scaturchio ⎼ Un viaggio che molti decidono poi di rifare, più della metà dei pellegrini decide di tornare una o più volte ancora. Straordinario anche l’incontro di culture e religioni diverse. Coesistono Musulmani, Ebrei e Cristiani: per tutti loro la Terra Santa, in maniera diversa, rappresenta un luogo di culto».
Altrettanto significativo l’intervento di Don Lorenzo Spurio, parroco di Sant’Ilario, promotore dell’iniziativa, che di recente è stato in Terra Santa. «Un’esperienza straordinaria. In quei luoghi anche nei momenti in cui non si pregava si aveva l’impressione di pregare. Il luogo che mi ha affascinato di più è stato il deserto di Giuda dove davvero si capisce in profondità il senso di quando nei Vangeli si dice sui 40 giorni di ritiro di Gesù nel deserto in preghiera. Lì si vive il nulla più totale, un silenzio che pervade una vasta distesa di dune. Il deserto è stato per me uno stare da solo a tu per tu con Dio, un luogo pieno di fascino dove si accavallano emozioni e suggestioni di tutti i tipi ⎼ ha detto don Spurio ⎼. Si capisce bene il perché proprio in quel luogo trovarono isolamento molti monaci ed eremiti. Auguro a tutti di vivere tale emozione».
Presenti il sindaco di Sant’Ilario Pasquale Brizzi, assessori, consiglieri e la presidente della Pro Loco Giovanna Lombardo. La proiezione di video e immagini sul tema è stata curata da Gerardo Lione.