Danza. Con “Finger food” il balletto contemporaneo approda al Nuovo Teatro Val d’Agrò per una riflessione sul rito antico e moderno del “mangiare insieme”. Cinque ballerini con le coreografie di Marco Laudani e Claudio Scalia per un progetto condiviso con Scenario Pubblico.
Santa Teresa di Riva Arriva per la prima volta in provincia di Messina “ Finger food ” l’ultima creazione dei coreografi Marco Laudani e Claudio Scalia in scena domenica 30 marzo , ore 18.30, al Nuovo Teatro Val d’Agrò di Santa Teresa Riva nel cartellone diretto da Cettina Sciacca che, ai linguaggi della prosa e del musical, accosta con grande attenzione anche le novità di spessore nel campo della danza contemporanea .
“Finger Food” è un’acuta riflessione con risvolti sociologici e antropologici sul rito del “ mangiare insieme ” nel terzo millennio. Da un lato il cibo da prendere con le dita (dito, appunto), consumato a minime porzioni, in piedi, vagando in maniera distratta tra le persone; dall’altro il tradizionale “ Convivium ”, l’arte del banchetto della cultura occidentale che, come scriveva Plutarco, non è solo un momento per mangiare e bere “semplicemente” ma, sottolinea lo storico greco, per mangiare e bere “insieme” ( cum vivium , vita in comune). Quindi un’occasione per ascoltarsi, dialogare, confrontarsi, conoscersi.
Dopo il felice debutto a Padova , al Festival Prospettiva Danza dello scorso novembre, “Finger food” ora in tournèe continua a conquistare il pubblico con i suoi cinque danzatori: Rebecca Bendinelli, Ismaele Buonvenga, Rachele Pascale, Nunzio Saporito, Paola Tosto. Lo spettacolo ha anche vinto il bando “ Per chi crea ” promosso dalla Siae e dal Ministero della Cultura (MIC), “Finger Food” è un progetto di ocram dance movement di Laudani e Scalia condiviso con Scenario Pubblico prestigiosa realtà nel campo della danza contemporanea internazionale (riconosciuto dal MIC come Centro di Rilevante Interesse Nazionale) diretta a Catania dal coreografo Roberto Zappalà .
“Il tavolo del finger food – spiegano i due coreografi – è come un’isola sperduta e di passaggio, non è più quel porto sicuro in cui approdare per tutta la durata del pasto. I commensali, a loro volta, diventano navi che vi navigano intorno quasi senza meta, con un ritmo veloce e distratto, poiché fermarsi, e restare, è un atto di responsabilità e di grande coraggio”. Altro è il “convivium”, dove la tavola viene elevata a luogo dell’anima. “Sedersi anziché orbitargli intorno – concludono Laudani e Scalia – rimane forse il solo modo di ritrovarsi veramente, di capire e conoscere l’altro anziché averne paura”.
La regia dello spettacolo è di Laudani e Scalia con la collaborazione di Sergio Campisi; scenografia di Laura Laudani e Luigi Pattavina; il designer delle luci Sammy Torrisi.