Pomeriggio all’insegna della conoscenza nel parco Unità d’Italia del Palazzo della Cultura, dove ieri si è svolto l’evento “Ethos Mediterraneo” per riflettere sulla centralità culturale della Sicilia nell’area mediterranea. Promosso da Archeoclub Area Jonica Messina, il seminario ha visto il coinvolgimento di importanti ospiti ed è stato moderato da Mariapia Crisafulli, responsabile dell’interessante progetto. È un percorso culturale fondato sul pensiero e le opere degli esperti di storia, archeologia e civiltà antiche, patrocinato dal Comune di Santa Teresa in collaborazione con la casa editrice “Edizioni di storia e studi sociali”, di cui erano disponibili i testi scritti sull’argomento.
Presente la professoressa Domenica Sturiale, che ha portato il saluti del primo cittadino Danilo Lo Giudice e dell’assessore Gianmarco Lombardo, sottolineando l’importanza di avvicinare i giovani alla cultura. Anche la presidente dell’Osservatorio Beni Culturali, Ninuccia Foti, ha auspicato il coinvolgimento della scuola, ricordando poi la collaborazione con la Biblioteca di Santa Teresa nel restauro di un prezioso libro antico.
Dopo l’intervento di Giusy Liuzzo, consigliere nazionale dell’associazione che ha portato Archeoclub in Sicilia, si è espresso il presidente Filippo Brianni: «Io credo che c’è una certezza nel Mediterraneo ed è la civiltà dei popoli mediterranei. Se noi riusciamo a trovare le radici e a trovare i valori di quella certezza storica probabilmente potrà diventare una proposta, anzitutto culturale; e poi potrà diventare una proposta politica. La nostra speranza è che attraverso la cultura il Mediterraneo ritrovi se stesso: il Mediterraneo non è un mare di morte, ma è un mare di vita, di cultura e di civiltà».
Hanno poi avuto luogo le esposizioni del professore Massimo Cultraro, dei dottori Fabio Caruso e Carlo Ruta. Assente l’attesa professoressa Maria Costanza Lentini, che ha diretto gli scavi locali presso il sito archeologico di Scifì a Forza d’Agrò.
Cultraro ha discusso del “Mediterraneo prima di Omero”, in qualità di archeologo e primo ricercatore del consiglio Nazionale delle Ricerche di Catania, con esperienze in Iraq, Georgia e nel Caucaso. Ha citato Heinrich Schliemann e la sua scoperta di Micene dando voce ai racconti omerici, illustrando il notevole influsso della cultura micenea su quella siciliana: fenomeno evidente nella diffusione di vino, oli profumati, bronzo e oppiacei, propagando la dimensione della convivialità e della socialità ancor prima dei Greci.
Caruso, dottore di ricerca in Archeologia e Storia dell’Arte greca e romana, ha esposto “Dei, il mare e la città: religione e navigazione nella Sicilia antica”: «Il mare, e lo sappiamo dalla cronaca purtroppo, è pericolosissimo. Navigare nel mondo antico si faceva soltanto in un periodo ben preciso e in un calendario religioso, proprio perché la navigazione era così pericolosa andava racchiusa dentro il recinto della religione». Ha poi descritto un remoto santuario di marinai a Siracusa, con nicchie sotterranee dedicate a Zeus Pelorus ed Isis Lactans, protettrice dei naviganti il cui culto si è diffuso dall’Egitto alla Sicilia.
Ruta, saggista e studioso noto per le sue ricerche nel Mediterraneo, ha trattato de “Il mondo punico nell’immaginario dei romani e l’egemonia politica dell’Occidente”. Ha illustrato l’eredità lasciataci da Roma, tra cui il Diritto che ancora oggi regola il rapporto tra cittadini e tra stati. Ha poi esposto la storia dei Fenici, dei loro viaggi e del loro influsso sull’immagine del mondo rielaborata dal mondo greco. Infine ha descritto l’impatto di Cartagine sullo sviluppo dell’Africa: «Con la potenza di Cartagine che riesce ad essere egemone e non sempre in guerra, quest’area si sviluppa anche politicamente. Pensiamo ad esempio al ruolo fondamentale che assume la Numidia, non più una realtà tribale ma un regno tra i più importanti e dotati di un ethos».
Il seminario si è concluso con i dovuti ringraziamenti, per la realizzazione di un evento interessante nel ricordo delle nostre origini culturali. Fulcro del Mediterraneo, la Sicilia ha da sempre rappresentato l’incontro di civiltà differenti, costituendo così un tema attualissimo capace di guardare al futuro osservando il passato.
Cristina Trimarchi