350.000 è il numero di persone che il dottore Pietro Bartolo ha curato personalmente in 28 anni di servizio a Lampedusa, l’isola diventata simbolo dell’emergenza umanitaria in corso nel Mediterraneo. Una testimonianza umana e professionale appassionata, vivida, cruda che Bartolo ha consegnato senza mezzi termini alla piazza gremita di Santa Marina Salina, arricchendola con immagini tratte dal suo archivio personale, in occasione della serata conclusiva della XIII edizione del Salina Festival.
Il “medico di Lampedusa”, come lo conoscono i più, è stato infatti insignito del Premio CineMareMusica 2019, il riconoscimento conferito dal Festival a personaggi della cultura, dello spettacolo e della società civile che hanno portato un’idea diversa di Sicilia nel mondo, fuori dalle convenzioni.
Protagonista del pluripremiato documentario di Giancarlo Rosi, Fuocoammare, dove le storie di Lampedusa e dei suoi abitanti si intrecciano a quelle, dolorose, tragiche, delle centinaia di uomini e donne – soprattutto bambini – soccorsi in mare ed affidati alle cure dei medici di frontiera isolani, Bartolo rappresenta un esempio di grande umanità e passione civile, come pure testimonia la sua recente elezione all’europarlamento: “Ho capito che per cambiare davvero le cose è necessario che soprattutto la politica faccia la sua parte, per questo ho accettato di candidarmi come eurodeputato”. Nella sua agenda, migranti, diritti sociali, ambiente e sviluppo sostenibile.
A consegnare il premio “CineMareMusica”, il direttore artistico della rassegna, Massimo Cavallaro e il sindaco di Santa Marina Salina, Domenico Arabia. Il Festival, nel rinnovare il suo impegno a favore dell’ambiente e dell’impegno civile, anche quest’anno ha chiesto e ottenuto la certificazione “100% energia pulita Dolomiti Energia”, ed ha inoltre sposato la campagna di sensibilizzazione contro la violenza di genere, Posto Occupato.