Per il secondo anno consecutivo la cultura ha celebrato in una notte a lei dedicata le espressioni più eccelse a Santa Lucia del Mela, nelle cui strade e viuzze dall’antico fascino medievale si sono ammirate non solo le arti figurative e musicali, ma anche i tesori reconditi, che come uno scrigno, si sono aperti per l’occasione alla visita dei tantissimi visitatori accorsi nel paesino collinare.
L’iniziativa, rientrante nell’ambito dei festeggiamenti alla Madonna della Neve, ha mostrato la componente storica e intellettuale della municipalità luciese, memore del suo glorioso retaggio, frutto dei fasti assegnatile dalle varie dominazioni straniere e dall’importanza clericale tanto intensa da essere stata fino a pochi decenni or sono sede di Vescovi a capo di un’ampia diocesi. Grazie alla strenua tenacia del comitato organizzatore si è ravvisata la volontà di adoperarsi per fare di Santa Lucia del Mela un punto di riferimento turistico attraverso la valorizzazione delle risorse naturali ed archeologiche per il rilancio delle proprie attività economiche.
È Franco Trifirò, uno dei membri afferenti al comitato organizzatore, a spiegare l’obiettivo della manifestazione: “La notte della cultura vuole essere un chiaro momento di contemplazione e riflessione sulla ricchezza del nostro territorio, capace di offrire risorse ubertose, che attendono soltanto di essere sfruttate e valorizzate”. Lo stesso Trifirò, nell’offrire ai turisti una copia della brochure contenente due percorsi dalla ragguardevole attrattiva artistica ed etno-antropologica, ha evidenziato anche la cooperazione delle aziende agrituristiche e degli operatori gastronomici, i quali, a corroborare la rilevanza della civiltà luciese, hanno imbandito in quasi tutte le strade principali del paese alcune tavolate, in cui si sono potuti degustare i prodotti tipici spazianti dai formaggi ai vini passando per i salumi e i deliziosi biscotti, un unicum nella manifattura dolciaria locale. Fra i molteplici luoghi d’accesso si sono annoverati il Palazzo Vescovile, la Chiesa Cattedrale, il complesso dell’edificio dei Cappuccini, dove per la prima volta si è potuta visitare la cripta all’interno della quale vi sono esposte alcune mummie di prelati e notabili del XVII-XVIII secolo, la seicentesca Chiesa di San Nicola ed il maestoso Castello, fra le cui numerose stanze oltre ad assistere alle mostre ed alle performance musicali vivo interesse ha suscitato la conferenza dal titolo “La bellezza del gusto. Antichi sapori e nuovo benessere alimentare” a cura di Sebina Rizzo e Rosalba Ragno, appartenenti all’associazione “Joy Food”, e di Francesco Salvadore e Nino Impalà: essi, infatti, hanno illustrato la vastissima gamma di verdure selvatiche ivi presenti e sconosciute ai più, dalle efficaci virtù officinali, che un tempo costituivano le pietanze per le famiglie povere, ma che ancora oggi rappresentano un modello di virtù per chi voglia seguire un regime alimentare sano e nutriente. Un interessante concerto ha avuto luogo a Piazza Duomo a cura della Bass Brand “Michele Randisi” con brani di musica moderna e strumentale. Di notevole rilievo la mostra di Cristina La Spada, giovane fotografa professionista, che ha esposto alcuni fra i suoi scatti più celebri. Nelle vicoli della parte alta si sono potute ammirare le incantevoli composizioni della “XIII Infiorata Madonna della Neve” a cura dei giovani del luogo. Degna di menzione, infine, la raccolta di firme per il VII censimento “I Luoghi del Cuore”, organizzata dal F.A.I. (Fondo Ambiente Italiano), nonché la promozione del progetto “Adotta un monumento” per annoverare i beni storici ed artistici luciesi fra i tesori appartenenti pienamente al patrimonio dell’umanità.
Foti Rodrigo