Proiettori puntati su San Luca oggi, per un pomeriggio acceso volto alla costruzione del futuro del rinomato paese calabro. Un faccia a faccia chiaro e diretto tra i due principali candidati a Sindaco: il giornalista televisivo Klaus Davi e l’esponente di Calabresi in Movimento (CiM) Francesco Anoldo.
La Sala Consiliare del Comune era gremita, sebbene qualche abitante di San Luca abbia criticato la prevalente presenza di soggetti esterni. A tale contestazione Davi ha risposto dicendo di non vedere negativamente il fatto che sia venuta gente da fuori, perché sinora il problema è stato esattamente il contrario, ovvero che la Calabria sia sempre stata abbandonata e bistrattata.
Iniziato il dibattito, entrambi si sono espressi favorevoli ad una lista di cittadini del luogo. Davi ha affermato: «Io ho ricevuto tante proposte di calabresi, ma non di San Luca. E questo mi rendo conto che è un limite per la mia proposta». Anoldo ha proseguito con le seguenti parole: «La mia lista è pronta, fermo restando che se i candidati di San Luca vogliono candidarsi in Calabresi in Movimento, il nostro movimento è pronto ad accogliere i sanluchesi».
Il giornalista ha asserito come non siano affatto veri i racconti negativi sulla città diffusi all’esterno, per esempio il fatto che ci siano vedette all’ingresso, che la gente venga pedinata o non si muova liberamente. Ha invece raccontato la cordialità riscontrata negli abitanti del luogo, constatazione confermata anche dal suo rivale Anoldo: «Additano San Luca come il paese della ‘ndrangheta… io vengo da sei mesi a San Luca e la ‘ndrangheta non l’ho vista, non ho mai subito minacce».
Anoldo ha altresì espresso la volontà di fare politica nel proprio territorio, insieme ad altre persone che come lui hanno deciso di valorizzare la propria terra: «Questa è ovviamente una richiesta che si alza dalla società civile che vuole fare politica. Questa gente ha bisogno di avere una guida. Io non ho la presunzione di essere la guida perfetta, di dire che sarò io il prossimo sindaco di San Luca, però ovviamente mi sento di dire che oggi più che mai San Luca ha bisogno di un sindaco».
I due aspiranti Sindaci hanno ascoltato gli interventi di alcuni cittadini, i quali hanno esposto problematiche personali ma soprattutto comunitarie, ribadendo la volontà di candidare sanluchesi alla carica di Primo Cittadino.
Portare opportunità di lavoro, questa la promessa di Davi, citando una società quotata in borsa che ha deciso di investire sul paese aprendo un ufficio in loco. Tale scelta viene contestata da Gaetano Campolo, fondatore di Calabresi in Movimento, perché porterebbe aziende del nord anziché operare nel territorio. A tal proposito Anoldo ha osservato che prima di parlare di opportunità nuove lavoro, bisognerebbe far sì che le vecchie opportunità vengano rispettate. Ciò in riferimento ad una problematica abbastanza diffusa in paese, ovvero la difficoltà di reinserimento lavorativo per gli ex detenuti.
Una problematica più volte ribadita nel corso del dibattito, cui sono intervenuti alcuni cittadini tra i quali l’ex sindaco di Platì, Rosario Sergi: «La Calabria ha bisogno di libertà. I reati vanno perseguiti, però le persone non vanno perseguitate. Qua la questione non è se il candidato a sindaco è Klaus o Francesco, ma capire se il popolo di San Luca ha libertà di scegliere i propri rappresentanti. A questo riguardo penso che sia importante quello che è accaduto ieri: nel decreto sicurezza, il decreto Salvini, è stato inserito l’articolo 7bis che formalmente darebbe possibilità al prefetto di fare degli interventi a tutela dell’attività amministrativa dell’amministrazione in carica. Questa può essere una novità che può andare incontro a questa esigenza». È stata manifestata la gravità delle conseguenze di simili leggi che vanno corrette, poiché un condannato innocente agli occhi della comunità diventa un martire inducendo poi ognuno a perdere fiducia nella giustizia e nella legalità.
Il reintegro degli ex detenuti è una questione molto sentita poiché questo diritto viene negato a molti sanluchesi a causa di una normativa che pone dei forti limiti a riguardo e che CiM ambisce a modificare. Davi ha ribattuto sostenendo che il sindaco non può legiferare a riguardo e che in un’eventuale battaglia per cambiare la suddetta legge non avrebbero il sostegno né dell’ANCI né della regione. A suo avviso bisogna impegnarsi affinché queste persone che vogliono reinserirsi al lavoro tornino a farlo rispettando le regole, limitandosi a rappresentare il problema nelle sedi opportune come portavoce delle esigenze di questi aspiranti lavoratori.
Ha poi aggiunto: «non è possibile che i turisti vogliano andare alla Madonna di Polsi e non ci possano arrivare», ammettendo l’importanza di trattare con enti che portino finanziamenti per promuovere l’economia ed il turismo locale. Anoldo ha espresso la volontà della sua eventuale amministrazione comunale di istituire dei buoni lavoro, stilando poi una graduatoria per reddito al fine di integrare i cittadini in opere di pubblica utilità remunerate. È la legge 158 del 2017 che prevede l’erogazione di fondi fino a 100 milioni euro per i comuni inferiori a 5.000 abitanti aventi specifiche caratteristiche nelle quali rientra proprio il comune di San Luca.
«Già ci siamo ripromessi con Klaus che fatto questo incontro, probabilmente domani o dopodomani, scriveremo una lettera di nostro pugno in cui chiederemo ufficialmente una data al ministro Salvini per le elezioni a San Luca». I due ambiscono che la data scelta coincida con il giorno della legalità, simbolo di una nuova vita per la cittadina. Una cittadina che ha solo bisogno di normalità. Del resto oggi è stata data dimostrazione di ampia democrazia ed i vari disturbatori esterni, che avrebbero dato una brutta immagine del luogo, sono stati prontamente allontanati.
Conclude l’incontro il vulcanico generale Antonio Pappalardo, leader del Movimento Liberazione Italia, a sostegno di Calabresi in Movimento per la rinascita del Sud d‘Italia. A tal fine i due gruppi daranno luogo ad una manifestazione a Roma, giorno 5 dicembre presso piazza Montecitorio. Discutendo dell’accanimento verso i piccoli comuni, il generale ha stigmatizzato l’assurdità dello scioglimento del Comune locale dinnanzi all’accertamento delle trattative Stato-mafia da parte del tribunale di Palermo con nessuna conseguenza per lo Stato.
L’agguerrito Pappalardo e gli esponenti del CiM, con i quali è giunto in paese a supporto del candidato Anoldo, indossavano un giubbino arancio simbolo di un’ideale rivoluzione che, sulle orme di quella francese, vuol partire proprio da San Luca. Ha infine esortato vigorosamente i cittadini ad essere compatti, l’unica soluzione per dare forza al rinnovamento culturale e politico del paese.
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Cristina Trimarchi
Complimenti per l’articolo, esaustivo ed interessante