«Siamo partiti dalle condizioni dell’offerta dei servizi alla città e dei lavoratori messinesi. Spesso non valorizzati, spesso sfruttati. All’interno di questa consapevolezza di siamo sempre mossi con le azioni, le proposte e le sollecitazioni che la Cisl ha fatto negli ultimi anni». Così Tonino Genovese, segretario generale della Cisl Messina ha voluto spiegare le ragioni del Si cislino alla nuova impostazione del #SalvaMessina. Lo ha fatto durante la conferenza stampa congiunta. «Un documento che abbiamo concertato, condiviso e approvato e che dà ragione alle nostre idee e proposte nell’ultimo decennio. Sarebbe stato più facile prendere il cappello e tirarlo per aria piuttosto che provare a cambiare le cose. Invece abbiamo deciso di assumerci, come nostra abitudine, le responsabilità e quello che abbiamo fatto non è la conclusione di un percorso, ma avere puntellato il lavoro iniziato precedentemente».
Per la Cisl avere contribuito a modificare il quadro iniziale del SalvaMessina è «un risultato straordinario. Abbiamo smentito i mentitori e gli speculatori – ha detto Genovese – garantendo tutele, lavoro e servizi ai cittadini. Nel complesso di una condizione oggettiva grave di deficit pari a mezzo miliardo di euro, la finalità non era il conflitto ma entrare nel merito delle questioni e trovare le soluzioni migliori nel tempo, nel contesto e con le condizioni date. Elementi che spesso sfuggono, così come sono sfuggiti ad alcuni in questa occasione. Abbiamo dimostrato che, pur nel complesso clima politico e sindacale determinatosi, abbiamo mantenuto e dato valore alla contrattazione, cuore e fondamenta dell’azione sindacale. Per capire il lavoro svolto si deve tornare indietro al dieci ottobre e confrontare i documenti prodotti dal sindaco, le modifiche apportate, il documento approvato dal Consiglio comunale e le integrazioni presentate nell’ultima settimana. Solo così si può comprendere che non si è stravolto nulla ma solo aggiustato, alleggerito e dimostrato nel merito come alcune proposte erano rivedibili».
Genovese è tornato anche a parlare del clima in cui è nato il tavolo di confronto al quale la Cisl non si è sottratta. «Non ci sono piaciute le considerazioni contenute nelle prime sette pagine della prima stesura del documento. Ma responsabilmente ho preferito metterle alla fine, ponendo in primo piano l’obiettivo di salvare Messina. All’inizio di questo percorso il sindaco ha messo a disposizione della città tutti i documenti e i dati per comprendere lo stato dell’arte. Abbiamo avuto la possibilità di approfondire e avere un quadro netto della situazione. Quando al tavolo di confronto il sindaco ha mostrato disponibilità alle modifiche che il sindacato proponeva abbiamo colto l’occasione di entrare nel merito e confrontarci evitando il peggio. Il livello di gravità e la responsabilità ci ha portato non solo a non chiuderci. Con la diretta Facebook delle trattative si è aperta la strada alla trasparenza, a testimonianza che non ci sono scheletri nell’armadio, interessi sottesi e nulla da non poter discutere pubblicamente. Abbiamo scritto, insieme, una pagina di democrazia importante in questa città, che con queste modalità non c’era mai stata».
Genovese si è rivolto anche a chi ha ritenuto di non sedersi al tavolo di confronto lanciando accuse come pietre. «Le pietre fanno male, anche le parole spesso sono pietre. Noi guardiamo all’obiettivo, la fatica che ho fatto maggiormente non è stata quella fisica o mentale in questi giorni ma quella dovuta alla tensione per la speculazione e la strumentalizzazione di qualcuno che ha raccontato cose non vere anche con insinuazioni gravi nei confronti della mia organizzazione e della mia persona. La libertà è non avere scheletri nell’armadio. Noi abbiamo agito solo nell’interesse di Messina, dei messinesi, dei lavoratori. Il tempo, siamo sicuri, sarà galantuomo nel ripagarci con i fatti le fatiche degli ultimi giorni e quelle che verranno».