Ieri mattina una settantina di cittadini hanno protestato davanti alla sede dell’agenzia di “Poste Italiane” di Santa Caterina Jonio per chiedere la continuità ed il miglioramento del servizio. Nel gruppo c’erano tutte le espressioni della società caterisana : associazioni, pensionati, commercianti, professionisti, insegnanti, operai ed anche la farmacista. Il sindaco Domenico Criniti era in prima fila per sottolineare la vicinanza dell’ amministrazione comunale che, in questa vicenda, tra l’altro, si vede danneggiata. Ogni taglio o ridimensionamento dei servizi, infatti, contrasta con le iniziative di salvaguardia e sviluppo che il Comune ha messo in atto per far rivivere il centro storico.
«È da molto tempo – ha sottolineato il primo cittadino – che ci sono le avvisaglie del problema delle Poste. Noi come amministrazione nel mese di giugno non avevamo condiviso il programma di chiusura estiva ed il 4 agosto c’è stata una serrata improvvisa dell’ufficio postale. Un fatto molto grave che mi ha spinto a presentare un esposto-denuncia ai carabinieri ed al prefetto per interruzione di pubblico servizio».
La contestazione è stata composta ma la componente più anziana ha alzato la voce per chiedere operatori di maggiore esperienza ed una distribuzione puntuale della corrispondenza. Perché c’è chi ha ricevuto in ritardo la bolletta dell’Enel ed ha dovuto pagare gli interessi di mora ed anche chi si è visto tagliare la corrente perché la fattura non gli è mai pervenuta. Ma i disservizi che la popolazione sostiene di subire non sono contingenti. Le difficoltà affondano le radici negli ultimi anni perché questa comunità di quasi 1.000 persone sta subendo uno stillicidio ed un ridimensionamento di tutti i servizi essenziali, Poste incluse.
Il problema delle “Poste” rimanda a tutti i servizi fondamentali per tenere in piedi un paese: la guardia medica, la farmacia, le scuole. Senza di essi non c’è futuro e questa gente ne è consapevole tant’è che ieri mattina all’unisono i manifestanti hanno agitato simbolicamente le chiavi di casa che saranno costretti a lasciare in assenza di un inversione di rotta. «Ci vuole – ha sottolineato il sindaco – urgentemente una legge regionale che tuteli i centri storici».
In questa ennesima battaglia per ridare dignità e futuro al borgo c’erano anche il “Movimento Santa Caterina” con Concetta Marino e la farmacista Angelina Baratta: «Stiamo chiedendo aiuto e tutela – ha detto la farmacista – ma nessuno se ne occupa. Non c’è un impegno forte dal punto di vista politico». Molto pungente la dichiarazione del prof. Domenico Talotta secondo cui ci sarebbe «un sistema occulto che parte dall’alto e vuole distruggere i paesi collinari «togliendoci i viveri», la scuola, la sanità, la posta e, prima o poi, anche la chiesa».
Gazzetta del Sud – Massimo Ranieri