Il professore Vincenzo Rispoli la definisce “la malattia del lungo addio”, ma per tutti noi è semplicemente l’Alzheimer. «Bisogna conoscere ancora molto su questa materia, dato che purtroppo ancora c’è da imparare a riguardo. L’Alzheimer è una forma di demenza crudele, lacerante ed infine ossessiva. Uno degli aspetti che la rendepiù inquietante è il fatto che la certezza di essere malati di questa malattiasi ha solo dopo la morte : è necessario un controllo specializzato sul cervello. -Così il professore Rispoli, docente all’università Magna Grecia di Catanzaro, a Sant’Andrea apostolo sullo Jonio alla sede (stracolma di persone interessate) della protezione civile ha tenuto una conferenza- L’Alzheimer inizia a colpire le menti delle personegiàa 40anni,per poi svilupparsi più atrocemente dai 65 anni. Questa malattia è caratterizzata dalla graduale perdita di cellule nervose. L’esordio avviene in maniera lentissima,dato che ci vogliono almeno 20 anni per arrivare ad uno status grave ma quando si arriva a perdere circa l’80 % delle nervose in una zona del cervello si hanno effetti devastanti : perdita della memoria, incapacità di pensare, di vestirsi da soli, di mangiare, bere e fare più banali azioni quotidiane». Il professore usa una frase molto concreta per spiegare questa forma di demenza : «questa patologia fa perdere se stessi». Rispoli, inoltre, continua nel racconto di questa malattia avvalendosi della sua lunga esperienza : «l’Alzheimer fa diventare nervosi ed aggressivi, sia verbalmente che fisicamente. L’umore diventa instabile a causa dell’insonnia e delle numerosissime allucinazioni ». Altri punti focali sono la situazione in cui vivono i familiari dei malati e poi la situazione relativa alla ricerca ed ai finanziamenti .
Il Quotidiano della Calabria del 27.05.2011 – Edoardo Corasaniti