Nel contesto di una più ampia attività promossa dal Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto e dalla Direzione marittima di Reggio Calabria, intesa alla repressione delle forme illegali di pesca del tonno rosso, pregiata specie ittica a rischio di estinzione e quindi soggetta a rigorosa protezione, nei giorni scorsi la Capitaneria di porto di Corigliano Calabro ha coordinato un’operazione complessa di polizia giudiziaria che ha portato al sequestro, presso uno stabilimento della zona industriale di Rossano, di un ingente quantitativo di tonno rosso (thunnus thynnus), oltre 1700 chili, del quale il titolare dell’attività commerciale non è stato in grado di esibire la documentazione prevista dalla normativa comunitaria e nazionale e che ne consente la tracciabilità, nonché di quasi 400 chili di pesce spada (xiphias Gladius) tutto sotto misura.
I militari agli ordini del Capitano di Fregata (CP) Antonio D’AMORE sono stati informati da un’altra Capitaneria di porto fuori regione che all’interno di confezioni di una ditta di Rossano era stata ritrovata una partita di tonno rosso sotto misura.
Sono state così effettuate con i veterinari dell’ASP verifiche presso il deposito e il personale della Guardia costiera ha trovato, congelati, in una cella a -17°, 67 esemplari di tonno rosso di cui 12 sotto misura e 138 esemplari di pesce spada, anch’essi sotto misura e peraltro privi del rostro che ne consente un immediato riconoscimento.
L’espediente non ha però ingannato i militari ed i veterinari che hanno comunque riconosciuto il pesce spada di taglia inferiore a quella minima consentita.
In mancanza di documentazione che possa certificare la provenienza del prodotto ittico i veterinari dell’azienda sanitaria provinciale, intervenuti nel deposito con il personale della Guardia costiera, non hanno potuto che dichiarare la non idoneità per il consumo umano del pesce in questione.
Tutti i 150 esemplari sotto misura sono stati quindi sottoposti a sequestro penale mentre i 55 tonni rossi senza documenti relativi alla tracciabilità sono stati sottoposti a sequestro amministrativo.
Nel frattempo il personale della Guardia costiera ha elevato due contravvenzioni per 5.500 euro totali a carico del titolare della ditta, per aver violato gli obblighi previsti dai regolamenti comunitari in materia di registrazione e dichiarazione dei dati relativi alla cattura e commercializzazione del tonno rosso nonché per mancanza della tracciabilità del pesce spada.
Il titolare della ditta è stato inoltre segnalato alla Procura della Repubblica, che ha convalidato il sequestro operato dai militari della Guardia Costiera, per i reati previsti dal Decreto Legislativo n. 4/2012.
L’attività illegale di pesca oltre a essere in contrasto ai principi generali della pesca sostenibile, necessaria per la conservazione della risorsa, determina un grave danno per tutte quelle imprese di pesca che sono regolarmente autorizzate.