ROMA – Una collaboratrice domestica 74enne è stata aggredita, stamani, da duerottweiler. La donna lavorava da anni nell’abitazione in via Giustiniana 401 e conosceva i due animali. Ma essi, come inferociti l’hanno attaccata non appena ha varcato il cancello della casa, trascinandola per il cortile per circa un centinaio di metri e azzannandola al volto, alla testa, al torace, alle braccia e alle gambe.
Ora si trova in prognosi riservata all’ospedale Sant’Andrea, dove i medici si dicono comunque ottimisti, poichè fortunatamente non sono stati intaccati organi vitali, anche se le ferite richiederanno numerosi interventi chirurgici. A salvare la donna sono stati i carabinieri della compagnia Roma Cassia, allertati dai vicini dell’abitazione, che hanno sentito le urla e assistito all’aggressione.
I due militari giunti sul posto hanno prima attirato i cani per distrarli dalla vittima, ma vedendo che era impossibile domarli hanno dovuto abbatterli. La storia suona incredibile soprattutto al padrone della casa nella quale la donna aggredita lavorava da anni: “Sono sconvolto – ha detto ai carabinieri –per noi è un’amica di famiglia, la conosciamo da sempre“.
I proprietari infatti erano fuori per qualche giorno di ferie e ha affermato che i due animali non avevano mai dato segni particolari di aggressività. I vicini di casa hanno dichiarato, invece, che i due cani erano abbastanza vivaci e abbaiavano a ogni macchina che passava. I carabinieri della compagnia Cassia stanno effettuando tutti gli accertamenti del caso per stabilire eventuali responsabilità da attribuire al proprietario degli animali. Potrebbe infatti essere considerato il reato di omessa custodia e lesioni colpose; le ipotesi saranno comunque vagliate dal magistrato.
”Il caldo puo’ avere inciso, perche’ lo risentono tutti i mammiferi. Anche noi diventiamo piu’ aggressivi. Il problema non sta nella razza, considerata da alcuni pericolosa, ma nella gestione nel cane, sia nell’aspetto relazionale che per lo stato di salute dei due esemplari”. Ad affermarlo è il vicepresidente dell’Associazione nazionale Medici Veterinari (Anmvi) Raimondo Colangeli, che sottolinea l’importanza di una ”adozione responsabile” quando si sceglie di avere un animale in casa. ”Nel 2012 un cane, almeno in ambiente urbano, deve essere di compagnia, non da guardia. Per quello basta Beghelli”.
L’episodio ”e’ grave, e’ stata una aggressione seria da parte di due ‘bestioni’ di circa 60 Kg, e ora i medici del Sant’Andrea stanno affrontando anche il problema della sepsi” ha commentato Colangeli. Tuttavia, ha osservato ancora, ”non risolviamo il problema con la lista delle razze pericolose, perche’ tutto puo’ diventare pericoloso se si trascura la socializzazione responsabile sia intraspecie (con altri cani) che con l’uomo. Con i rottweiler va forse fatto piu’ lavoro sulla socializzazione, ma quello che serve e’ il ripristino dell’Ordinanza del ministero della Salute per la prevenzione delle aggressioni canine e la tutela dell’incolumità pubblica”.
”L’ordinanza – conclude il presidente dell’Anmvi Marco Melosi – rivela tutta la sua importanza ad ogni episodio di aggressione. Ci restituiscano uno strumento normativo che era il fiore all’occhiello del nostro Paese in fatto di cultura del possesso responsabile dei cani, e anzi lo trasformino in uno strumento legislativo piu’ duraturo”.
“Questa ennesima aggressione dimostra che non e’ affatto vero che tutti i cani sono ugualmente pericolosi. Non e’ la prima volta che uomini addestrati delle forze dell’ordine sono costretti addirittura a sparare a pitbull o rottweiler per poter salvare persone dalla loro aggressione. Per un cocker sarebbe bastata una pedata” dichiara il Codacons commentando la vicenda accaduta stamani. “Ecco perche’ il Codacons – continua l’associazione a tutela dei consumatori – chiede il ripristino dell’elenco delle 17 razze ritenute potenzialmente piu’ pericolose, elenco voluto dall’allora ministro Sirchia ed irresponsabilmente eliminato dal Sottosegretario alla Salute Francesca Martini.L’associazione chiede anche il patentino obbligatorio per chi possiede una di queste 17 razze, dal pitbull al rottweiler.
L’aver eliminato la lista ha inoltre determinato la fine di tutti gli obblighi collegati, da quello di condurre i cani inseriti nell’elenco sia con il guinzaglio che con la museruola a quello di stipulare una polizza di assicurazione di responsabilita’ civile per danni contro terzi“. “Attualmente il patentino e’ obbligatorio solo ex post, ossia dopo che il cane ha gia’ dimostrato al veterinario di essere aggressivo e pericoloso, ossia dopo che ha morsicato e ridotto in fin di vita qualcuno. Ma e’ evidente che chi possiede un pitbull o un rottweiler – conclude il Codacons – deve dimostrare di essere capace di addestrarlo prima di averlo e non dopo che il cane ha gia’ aggredito“.
L’ENPA, l’Ente Nazionale Protezione Animali, dichiara che “Se il corso delle indagini dovesse confermare i particolari che stanno emergendo in queste ore sull’aggressione a Roma di due cani rottweiler ai danni di una signora, questo confermerebbe che l’episodio, cosi’ come altri verificatisi nel passato, non ha nulla a che vedere con la presunta pericolosita’ delle razze canine“. “Gli animali non sono oggetti, ma esseri senzienti; quindi essi devono essere gestiti in modo accorto e responsabile“. Per questo il ritorno alla “black list” e’ un’ipotesi assolutamente da scartare: infatti, in passato la lista delle razze pericolose non ha mai evitato un solo episodio di morsicatura perche’ partiva da un presupposto sbagliato – l’individuazione ipso facto di presunte razze pericolose – senza porre l’accento sulla corretta educazione e sulla corretta gestione degli animali“.
“La situazione che stiamo vivendo e’ paradossale – aggiunge la Protezione Animali -. Il nostro Paese si era dotato di uno strumento efficace, l’ordinanza del Ministero della Salute per la prevenzione delle aggressioni canine e la tutela dell’incolumita’ pubblica, ma il provvedimento, che responsabilizzava i proprietari di cani (tutti i cani) e stabiliva l’obbligo di patentino per gli animali ritenuti a rischio, deve ancora essere reiterato“.
Mario Cardea, dirigente del Centro cinofili della Polizia di Stato di Nettuno, tenta di dare una spiegazione all’accaduto: “Il rottweiler non e’ un cane per tutti: per gestirlo ci vogliono esperienza, capacita’ ed anche forza fisica. Anche perche’ la sua fortissima vocazione alla difesa del territorio lo porta ad accettare solo i ‘familiari’ e ad essere molto aggressivo con chi non conosce“.”Dalle prime notizie – spiega Cardea – sembra che i proprietari fossero assenti: e’ possibile che i cani, quando la donna e’ entrata nel cortile, non l’abbiano riconosciuta, proprio perche’ i padroni non c’erano. E abbiano reagito di conseguenza“.”E’ una razza antica“, spiega il vicequestore aggiunto, “nata per la difesa, dall’incrocio tra i cani delle legioni romane e pastori locali in Germania (nella regione di Rottweil, appunto, ndr): in origine scortavano le mandrie e le greggi destinate al macello o facevano la guardia ai depositi delle carni“. Si tratta di “molossoidi molto forti, dalla testa grossa e dal corpo molto robusto, che vanno trattati con fermezza ma anche con affetto: l’importante e’ che il conduttore li abitui ad ordini decisi, non contraddittori, per evitarne reazioni imprevedibili.
Non sono facili da gestire, e infatti noi ci abbiamo rinunciato, ma c’e’ chi se ne invaghisce magari solo per ‘moda’ e li compra senza avere una preparazione adeguata“. Allo stesso tempo, Cardea invita a non generalizzare dopo questa vicenda: “non esistono razze pericolose in se’ ma prevedere un ‘patentino’ o qualcosa del genere per chi vuole tenere un rottweiler o anche un pittbull potrebbe essere una buona idea: attualmente, e’ obbligatorio solo per i proprietari di cani che siano gia’ stati protagonisti di aggressioni“. All’ipotesi se abbia influito il caldo Cardea riponde “difficile dirlo, certo i rottweiler nascono al freddo e soffrono molto il caldo, ma l’aggressione e’ avvenuta di mattina abbastanza presto“.