Daniele Sepe TOTO' SKETCHES foto Angelo Maggio _MG_6626Bravi anche Marcocci, Genovese e Murgia. Con gli applauditissimi concerti di Wadada Leo Smith e Marokin Brass Brand si è chiusa la trentacinquesima edizione di Rumori Mediterranei Jazz, una fra le più riuscite fra quelle recenti grazie alla consapevolezza dei direttori artistici Paola Pinchera e Vincenzo Staiano, che hanno scelto di puntare la loro ricerca  sul jazz afro-europeo, una forma espressiva non ancora ben delineata nel nostro paese, ma ben sviluppata in altre aree d’Europa, oltre a rappresentare un elemento di continuità nella tradizione del festival. Smith è stato autore dell’ennesima prova maiuscola di questa rassegna: temi ben definiti, larghi spazi per le improvvisazioni distribuite con generosità tra tutti i membri del quartetto che hanno trovato in Davis, Lindberg ed Aklaff un apporto perfetto, atmosfere libere ma non caotiche, prevalenza di “moods” meditativi irrorati dalla visionarietà collettiva di una formazione interessantissima, fra le migliori mai ascoltate al festival. Smith, che sta preparando un ambizioso progetto per tromba sola intorno a Thelonious Monk, sul palco è ieratico quanto efficace.

Wadada-Leo-Smith-03Lo stesso termine che può facilmente estendersi alla Marockin’ Brass (al loro debutto assoluto in Italia), ovvero la sezione di ottoni dell’Orchestra Filarmonica Belga, che ha molto ben sublimato l’ardente commistione fra la gnawa africana e il jazz più aperto di tipo avanguardista. Il suo organico, fatto di musicisti di nazionalità diversa, è stato molto ben condotto dal sopranista Luc Mishall che ha riservato ampi spazi ai furenti guizzi del trombettista inglese Byron Wallen, con una platea molto attenta e partecipativa. Altri bagliori erano provenuti nel pomeriggio dal concerto dedicato a Totò da parte del sassofonista e compositore napoletano Daniele Sepe che ha chiuso la sua esibizione con un irresistibile medley che ha abbinato Charlie Mingus a Tom Jobim, mentre in precedenza aveva suscitato grande attenzione anche il quintetto del contrabbassista Francesco Marcocci, anche grazie all’ottimo equilibrio dei suoi musicisti, fra i quali ulteriore menzione meritano il pianista Leo Genovese e l’obliquo per quanto abrasivo talento di Godwin Louis ai fiati. Legittima la soddisfazione di Pinchera e Staiano, che rimarcando l’originalità delle loro scelte, confermano l’appuntamento per la fine dell’anno, con la seconda edizione di Jazzy Christmas, sempre a Roccella Jonica: “Contenti di tutto, a partire da African Noises, il tema principale molto bene interpretato dai musicisti che abbiamo invitato. Siamo già al lavoro per l’appendice invernale, che contrariamente alo scorso anno per i noti problemi non dipendenti dalla nostra volontà, rappresenterà il risultato di una scelta programmatica che qualificherà il programma dei concerti anche con seminari, mostre, convegni e lezioni-concerto nelle scuole. Un ringraziamento particolare al Comune di Roccella, per tutti gli sforzi realizzati per il corretto svolgimento di questa edizione estiva”.

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