sdrUna rievocazione delle opere e dell’intensa vita del poeta siciliano ha coinvolto un folto gruppo di turisti domenica sera al museo di Salvatore Quasimodo, sito nei pressi della stazione di Roccalumera (Me).

Giovani, anziani e bambini hanno seguito con attenzione il racconto della guida lungo le sale della stazione dismessa, dentro i vagoni ferroviari atti a rievocare le origini del noto letterato e nella torre saracena correlata alla sua infanzia.

davUna vita particolare, la sua: caratterizzata dai progetti discordanti rispetto a quelli paterni che lo porteranno lontano dalla propria terra; animata dalle numerose avventure amorose da cui nasceranno due figli; designata dal ricevimento di illustri riconoscimenti tra cui due lauree honoris causa (nelle università di Oxford e Messina), ma soprattutto il Premio Nobel per la letteratura conferitogli a Stoccolma nel 1959.

Nel sessantunesimo anniversario della sua morte se ne ricorda la peculiare esistenza. Nato a Modica (Rg) per puro caso, poiché la madre era rimasta bloccata sul posto a causa di un’alluvione, la lasciò a soli cinque giorni di vita per far ritorno al paese della propria famiglia, Roccalumera per l’appunto.

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Qui hanno avuto origine i primi sonetti sin dai tredici anni d’età, di cui il primo pubblicato sul giornale “La Vela” a soli diciassette anni. Cultore della lingua e della letteratura sin dalla fanciullezza, quando la nonna soleva insegnargli il greco e il latino, ne divenne uno dei maggiori traduttori da adulto.

Fortemente antifascista prese le distanze dal luogo natìo in quanto provincia fascista, collocando la propria nascita a Siracusa. Ebbe amicizie facoltose, dal compagno di scuola Giorgio La Pira al cognato Elio Vittorini, ma anche rivalità importanti coi colleghi Ungaretti e Montale. Fu il poeta italiano più tradotto a quei tempi, in ben quaranta lingue. È attualmente sepolto accanto a Manzoni nel cimitero monumentale di Milano, città dove vive il figlio Alessandro che si occupa della cura dei musei a lui dedicati e che sarà presente al suddetto Parco Letterario il prossimo 20 agosto.

davQuesto e molto altro è stato narrato durante la visita guidata, che ha mostrato immagini, documenti ed oggetti della vita del poeta, nonché filmati di sue rare interviste. È stato visionato l’attimo di ricevimento dell’ambito quanto discusso Premio Nobel, la lettura dell’emozionante poesia “Lettera alla madre”, nonché un servizio RAI dedicato all’apertura del Parco Letterario, iniziata nel 2001 e completata qualche anno dopo con l’acquisizione di quattro vagoni ferroviari adibiti a gallerie fotografiche. Ciò in ricordo di una breve ma rilevante parentesi di vita del poeta, che in quanto figlio di un ferroviere dovette abitare su dei vagoni a seguito del devastante sisma del 1908.

davDopo la visione di svariate foto d’epoca, di importanti cimeli familiari e personali, della copia della poesia “Vento a Tindari”, ci si è diretti verso l’antica Torre Saracena dove Quasimodo soleva giocare col fratello durante la fanciullezza. Di proprietà privata, il museo ne gestisce il pianterreno ove sono custoditi dei quadri da lui stesso realizzati ed ispirati ai suoi più noti versi.

Termina così un percorso culturale che si ripeterà a breve, per tutti coloro che vorranno prenotare la visita al Parco-Museo. Due ore di immersione totale nella vita di Quasimodo, letterato locale di cui assolutamente pregiarsi.

Cristina Trimarchi

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