I profughi che nella tarda serata di martedì scorso sono approdati con un vecchio barcone in legno, privo di bandiera e con nome identificativo in lingua araba, sul breve tratto di spiaggia che ricade nel Comune di Stignano, non erano 30, ma 44. Altri 14 uomini, infatti, nelle ore successive sono stati rintracciati nel
territorio circostante e aggregati ai compagni di viaggio presso la casa del pellegrino di Riace. Ieri mattinata tutti, alla
visita medica effettuata dal sanitario responsabile del polo di Caulonia, dottor Pietro Schirripa, sono stati trovati in condizioni di salute soddisfacenti, ma nel pomeriggio chi di loro è risultato essere maggiorenne è stato fatto salire su un pullman che alle 16,35, scortato dal pattuglie della polizia di Stato si è mosso per destinazione ignota. Presumibilmente verso l’aeroporto di Lamezia terme. «Probabilmente – ha detto Mimmo Lucano, primo cittadino di Riace, che s’era dichiarato disponibile a dare loro accoglienza, con l’intento di far crescere la colonia di africani che popola la sua cittadina – saranno rimpatriati. Una violazione dei diritti umani in contrasto con la Convenzione di Ginevra». Secondo Lucano «è stata impedita la richiesta di asilo politico.
Gli immigrati sono stati portati via da Riace senza un preciso motivo, nonostante siano tutti nelle condizioni di poter chiedere l’asilo politico. Alla fine – ha concluso – si è trattato di una sorta di respingimento di massa. Ci troviamo davanti a una situazione analoga a quella che accadeva a Lampedusa con Maroni, per la quale l’Europa ci ha condannato». Per il momento, a Riace, sono rimasti soltanto 13 minorenni, in età compresa fra i 14 ed i 16 anni. Neppure di loro, però, si conosce a quale sorte andranno incontro. Rimarranno a Riace o, comunque, in Italia? O anche per loro si apre la strada del rimpatrio? Per ora della loro gestione – rimasta priva da ogni forma di vigilanza istituzionale – in modo del tutto autonomo si sono fatti carico la comunità parrocchiale e l’Amministrazione comunale. Intanto sulla notizia del rimpatrio Giovanni Maiolo, da qualche giorno rientrato nel Partito della Rifondazione comunista e il segretario provinciale Flavio Loria incaricato di ricostruire il circolo del Prc di Caulonia con una nota ha contestato l’iniziativa del rimpatrio: «Non può cadere nell’indifferenza». Anche a parere suo «il governo italiano» facendoli rientrare nel Pese di provenienza, senza dar loro la possibilità di chiedere asilo politico, attua «una violazione dei diritti umani».
Gazzetta del Sud – Armando Scuteri