L'Italia s'è desta - FOTO miniRaccontare la ‘ndrangheta, ma in maniera leggera, ironica, e non per questo in maniera meno incisiva. E’ quanto farà venerdì sera – 10 maggio, con inizio alle 21.00 -, lo spettacolo “L’Italia s’è desta – Un piccolo (falso) mistero italiano” proposto dalla compagnia Ragli al teatro comunale di Badolato, nell’ambito della seconda annualità della residenza teatrale MigraMenti gestita dalla compagnia Teatro del Carro Pino Michienzi per il Comune di Badolato, inserita nel sistema regionale delle residenze teatrali della Regione Calabria, finanziate con i fondi dell’Unione Europea. Il monologo si inserisce a pieno titolo nella linea di progetto dei “Sentieri calabresi”, intrapresi anche nel corso della prima annualità di MigraMenti, oltre ad essere esemplare per quella “leggerezza d’autore” che sta caratterizzando l’attuale stagione a Badolato. L’Italia s’è desta è infatti uno spettacolo prodotto da artisti della regione che però ha ottenuto una serie importante di riconoscimenti nazionali, al Festival per monologhi Uno al Teatro del Romito di Firenze, al Festival Teatropia all’Università di Siena, e poi ancora il Premio Centro alla drammaturgia a Cuneo dove ha ottenuto anche il premio per migliore attrice con menzione speciale della critica. Il testo, inoltre, è stato segnalato per “Permanenze” del Teatro Valle a Roma, ed è stato finalista lo scorso anno al Premio Hystrio Scritture di scena.

L'Italia s'è desta - FOTO1 miniProtagonista è Dalila Cozzolino (testo, luci e regia sono di Rosario Mastrota) nel ruolo di Carletta, la scema del paese, che racconta la sua storia e il suo segreto. Assiste al rapimento da parte della ‘ndrangheta, in Calabria, del pullman della nazionale italiana di calcio, a due mesi dall’inizio dei mondiali. Subito lo scoop dilaga, esplode. Esercito, politica, sport e giornalisti all’assalto del nuovo fenomeno mediatico. Tutti accecati dalla notizia “bomba” da regalare, non si accorgono di Carla, che sa dov’è nascosto il pullman bianco e la nazionale di calcio. Ma nessuno le crede. Il monologo che racconta è arcaicamente legato alla riflessione sociale che tutto ciò che è detto appartiene alla storia e quindi alla verità. Questa operazione gioca, invece, nel caso specifico, sul falso accaduto. E’ un racconto metaforico-ironico di un’Italietta credulona. Nel monologo si racconta quanto sia cruda la piccola realtà intrisa quotidianamente di ‘ndrangheta e come la malavita sia arcaicamente consolidata e, apparentemente, inerme nella vita di un piccolo paese. Ne L’Italia s’è desta la questione ‘ndranghetista viene affrontata in maniera leggera, dalla lettura “innocente” di una povera ragazza che della semplicità fa la sua arma, innocua. Nessuna spettacolarizzazione, ma solo una derisione innocente, una “smitizzazione”, che determina un raccontare fatti violenti da un punto di vista ingenuo. Col sorriso innocente e senza neanche un proiettile si riesce a ferire chi, invece, fa della violenza la stabilità della sua organizzazione.

 Locandina Carletta 1

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