“Si tratta di un regolamento di conti interno che non riguarda la città” afferma Accorinti, candidato a sindaco, che sottolinea inoltre: “La politica spesso non ha né memoria né coerenza. Non fa eccezione neanche un “campione” del rinnovamento come Matteo Renzi, che durante la campagna per le primarie del Pd, nel novembre scorso, ha ripetutamente e in modo inequivocabile detto “no” all’alleanza con l’Udc, specie quella siciliana, tanto da suscitare le ire di Giampiero D’Alia che lo definì addirittura un “cialtrone”: <Matteo Renzi è un cialtrone, pensi a Davide Faraone e alla sua compagnia di giro, un cialtrone qualunque non può offendere una nuova classe dirigente per un cinico calcolo politico>.
Matteo Renzi ora viene a Messina per chiudere la campagna elettorale di Felice Calabrò, che guida una coalizione in cui spicca l’Udc, quello stesso Udc con il quale non bisognava fare nessun accordo, nessun inciucio. Renzi questa posizione l’aveva ribadita anche quando si era espresso positivamente per la candidatura di Rosario Crocetta alla guida della Sicilia, chiudendo ancora una volta la porta in faccia all’Udc”, conclude Accorinti.
Aggiunge Renato Accorinti: “La presenza di Renzi ha luogo “spiazzando” i rappresentanti locali della sua componente, che hanno dichiarato in conferenza stampa di non saperne niente. Tutto ciò sembra avere a che fare con logiche spartitorie tutte interne al partito anche a livello regionale. Voci suggeriscono che il rappresentante regionale dell’area Renzi abbia costruito l’agenda del suo leader in modo da garantirsi la non belligeranza della componente di Francantonio Genovese nella sua corsa alla segreteria regionale. Che questa strategia possa aver successo è tutto da dimostrare, ma intanto il duo Genovese-Calabrò acquisisce un “effetto speciale” assestando un colpo basso ai dissidenti Quero e Russo. Insomma, tra Renzi, Genovese ed Epifani si sta giocando sulla pelle dei democratici messinesi un regolamento di conti e una partita che non riguardano in alcun modo la città. Si presterà davvero, il sindaco di Firenze, a questo giochetto?”.