La Giunta regionale,nella seduta di ieri, su proposta del Vicepresidente, prof. Antonio Viscomi, ha approvato l’atto d’ indirizzo per la redazione del “Bilancio Sociale”. Si tratta di un ulteriore passo in avanti verso la trasparenza dell’azione amministrativa. Il “Bilancio sociale”, infatti, è uno strumento di “accountability”, ovvero di rendicontazione pubblica delle responsabilità, dei comportamenti e dei risultati generati dall’attività nella pubblica amministrazione. “Va sottolineato, poi, che in Italia, attualmente, non vige alcun obbligo normativo – ha detto il Vicepresidente Viscomi – che imponga la redazione e l’adozione dell’importante “documento” nella pubblica amministrazione, ma in Calabria la “responsabilità sociale” deve poter contribuire a promuovere nuovi modelli di corretta ed equilibrata amministrazione, al servizio dell’interesse pubblico.
Lo scopo è anche quello, evidentemente, di diffondere e sviluppare un orientamento teso a rendere accessibile, trasparente e valutabile l’operato di chi amministra. Nell’informativa strutturata, infatti, l’amministrazione riferisce, con cadenza periodica – a beneficio di tutti i suoi interlocutori privati e pubblici – le scelte operate, le attività svolte ed i servizi resi, dando conto delle risorse utilizzate, descrivendo i suoi processi decisionali ed operativi. Detto questo, non si può trascurare il fatto che il processo di concretizzazione del bilancio sociale ed il metodo che s’ intende utilizzare per costruirlo non sono elementi di poco conto ma, al contrario, sono determinanti per invertire la tendenza del passato”.
Per questo, nell’ambito del percorso di “responsabilità sociale” che la Regione Calabria intende intraprendere sarà il Dipartimento “Bilancio”, la struttura deputata alla costituzione ed al coordinamento di un gruppo di lavoro interdipartimentale al quale affidare il compito di predisporre compito, entro il dieci dicembre prossimo, un progetto esecutivo nel rispetto degli indirizzi decisi e, successivamente, a presidiare il processo di realizzazione del progetto. La cabina di regia prevede la presenza, oltre al dipartimento Bilancio, che coordinerà le attività, dei Dipartimenti regionali: “Programmazione”, “Sviluppo Economico”, “Lavoro”, “Formazione e Politiche sociali”, “Tutela della salute”, Settore “Società dell’informazione, Controllo strategico, Controllo di gestione.
Il bilancio sociale (di genere e generazionale) non deve divenire l’ennesimo documento formale, configurandosi come elemento di ulteriore appesantimento di un complesso sistema di bilancio; non deve essere uno strumento che si aggiunge, con il rischio di sovrapporsi, a quelli esistenti, ma al contrario deve costituire una parte qualificante ed integrata di un processo organizzativo e più in generale di riallineamento dei sistemi di gestione della Regione. Le ragioni, per intenderci, sono riconducibili all’adozione di una cultura della valutazione (e della responsabilità) all’interno della nostra pubblica amministrazione, talvolta ancora lontana dall’operare per obiettivi e dal dare conto dei risultati ottenuti.
Approvato dalla Giunta l’atto d’indirizzo per la redazione del “Bilancio sociale”.
Area d’interesse: Vice Presidenza
Data pubblicazione: 28-10-2015
La Giunta regionale,nella seduta di ieri, su proposta del Vicepresidente, prof. Antonio Viscomi, ha approvato l’atto d’ indirizzo per la redazione del “Bilancio Sociale”. Si tratta di un ulteriore passo in avanti verso la trasparenza dell’azione amministrativa. Il “Bilancio sociale”, infatti, è uno strumento di “accountability”, ovvero di rendicontazione pubblica delle responsabilità, dei comportamenti e dei risultati generati dall’attività nella pubblica amministrazione. “Va sottolineato, poi, che in Italia, attualmente, non vige alcun obbligo normativo – ha detto il Vicepresidente Viscomi – che imponga la redazione e l’adozione dell’importante “documento” nella pubblica amministrazione, ma in Calabria la “responsabilità sociale” deve poter contribuire a promuovere nuovi modelli di corretta ed equilibrata amministrazione, al servizio dell’interesse pubblico. Lo scopo è anche quello, evidentemente, di diffondere e sviluppare un orientamento teso a rendere accessibile, trasparente e valutabile l’operato di chi amministra. Nell’informativa strutturata, infatti, l’amministrazione riferisce, con cadenza periodica – a beneficio di tutti i suoi interlocutori privati e pubblici – le scelte operate, le attività svolte ed i servizi resi, dando conto delle risorse utilizzate, descrivendo i suoi processi decisionali ed operativi. Detto questo, non si può trascurare il fatto che il processo di concretizzazione del bilancio sociale ed il metodo che s’ intende utilizzare per costruirlo non sono elementi di poco conto ma, al contrario, sono determinanti per invertire la tendenza del passato”. Per questo, nell’ambito del percorso di “responsabilità sociale” che la Regione Calabria intende intraprendere sarà il Dipartimento “Bilancio”, la struttura deputata alla costituzione ed al coordinamento di un gruppo di lavoro interdipartimentale al quale affidare il compito di predisporre compito, entro il dieci dicembre prossimo, un progetto esecutivo nel rispetto degli indirizzi decisi e, successivamente, a presidiare il processo di realizzazione del progetto. La cabina di regia prevede la presenza, oltre al dipartimento Bilancio, che coordinerà le attività, dei Dipartimenti regionali: “Programmazione”, “Sviluppo Economico”, “Lavoro”, “Formazione e Politiche sociali”, “Tutela della salute”, Settore “Società dell’informazione, Controllo strategico, Controllo di gestione.Il bilancio sociale (di genere e generazionale) non deve divenire l’ennesimo documento formale, configurandosi come elemento di ulteriore appesantimento di un complesso sistema di bilancio; non deve essere uno strumento che si aggiunge, con il rischio di sovrapporsi, a quelli esistenti, ma al contrario deve costituire una parte qualificante ed integrata di un processo organizzativo e più in generale di riallineamento dei sistemi di gestione della Regione. Le ragioni, per intenderci, sono riconducibili all’adozione di una cultura della valutazione (e della responsabilità) all’interno della nostra pubblica amministrazione, talvolta ancora lontana dall’operare per obiettivi e dal dare conto dei risultati ottenuti.