Le dichiarazioni (tardive!) dell’ex Presidente amaranto Marcello Cardona, che spiega la sua posizione al termine delle vicende sportive e giuridiche del Club amaranto.
Si è svolta stamani presso i locali del Circolo del tennis “Rocco Polimeni” di Reggio Calabria, la tanto attesa conferenza stampa preannunciata solo qualche giorno fa dall’ormai ex Presidente della Reggina 1914, Marcello Cardona. Ricordiamo che la società amaranto, secondo quanto disposto dalla V^ Sezione del Consiglio di Stato è stata cancellata, come un colpo di spugna dal professionismo grazie ad una inappellabile sentenza del Consiglio di Stato cui, la stessa società, aveva rivolto l’ultimo ricorso possibile (putroppo…rigettato anche questa volta!).
A moderare la conferenza stampa svoltasi alla presenza di numerosi giornalisti della carta stampata e delle emittenti televisive e radiofoniche, è stato il noto giornalista Rai Tonino Raffa. L’incontro, molto atteso nell’ambiente reggino è stato voluto da Cardona per chiarire la sua posizione e rendere noti i motivi del suo “voluto” silenzio in questi ultimi mesi.
Dopo i saluti ai presenti, l’ex Presidente entra subito nel merito della questione e dice: “Il 20 giugno mi trovavo a Milano per conto della Reggina, dovevamo incontrare due figure dell’ambito tecnico-sportivo che avrebbero avuto poi un ruolo importante nella stagione 2023/2024. La proprietà (ndr che ricordiamo erano due: Saladini al 90% e Ferraro al 10%), nel frattempo, mi annunciava l’iter positivo per l’iscrizione e ciò mi ha fatto enormemente piacere. Ricordo, tra l’altro, che io sono stato nominato presidente del Cda, ma senza responsabilità gestionali o poteri di firma, solo di vigilanza e rappresentanza. Tra l’altro, le proprietà mi hanno anche annunciato che nella giornata successiva la società sarebbe stata ceduta ad altri. A quel punto, colto di sorpresa prendo la decisione di dimettermi, perché non avrei avuto più lo strumento tecnico-giuridico per poter continuare a fare il presidente. Preciso che non ho mai ricevuto PEC circa le dimissioni dal Consiglio di Amministrazione”
Dopo questo primo passaggio la conferenza continua: “Stavamo facendo i preparativi in vista della nuova stagione, erano stati individuate le località per il ritiro precampionato, Moccone (Sila) o Cascia (Umbria), il direttore sportivo aveva fatto anche il sopralluogo. La notizia della volontà di cedere è stata dunque un fulmine a ciel sereno. Le figure che dovevo incontrare erano un grosso dirigente che ora opera in serie A e, successivamente, una nuova figura tecnico-sportiva di grande prestigio che ci avrebbe ben supportato nella nuova stagione. La sera, quindi, ho incontrato queste figure e uno di questi si era accordato con la società sulla parte economica con l’azionista di maggioranza. Dopo la mezzanotte ricevo una chiamata di una nostra consulente economica che comunicava che non era stato ottemperato al pagamento dello stralcio dell’omologa (ndr, il 5% pari a 757.000 euro), lasciandomi di fatto sconcertato. La mattina successiva ho parlato con un altro nostro consulente che mi ha sottolineato che “non si è ottemperato al pagamento in quanto ci siamo assunti volutamente questo rischio”. Io mi sono dimesso per queste due azioni “scellerate, ripeto scellerate”. In questi due mesi sono stato in silenzio e ho sofferto e soffro come tutti i reggini. Da oggi la mia posizione è chiara. In quest’ultimo anno ci siamo impegnati su numerosi fronti, a partire dalla cerimonia dei calendari, dall’arrivo della Nazionale, abbiamo affrontato un processo sportivo tramite il quale ne siamo usciti intelligentemente. Non aver pagato i 757mila euro ha sconfessato tutto il mio impegno con le istituzioni sportive. E pensare che il mio principale impegno era stato dedicato soprattutto al settore giovanile in cui credevo fermamente per il rilancio definitivo della società e per il quale non finirò mai di ringraziare il Prof. Geria che mi aveva dato una grossa mano”
Un capitolo a parte merita la questione dei rapporti già tesi con il palazzo a partire da dicembre 2022: “Dopo l’adesione societaria al Codice Crisi Impresa ho avuto l’interlocuzione con i vertici federali e la Lega di Serie B. I complotti non esistono, Gravina e Balata dovevano esercitare le proprie prerogative e con la Reggina al primo posto e con la A praticamente certa sino al 27 dicembre, si sono di fatto innescate le invidie degli altri club della cadetteria. Infatti, in Assemblea di Lega, il Brescia aveva chiesto l’esclusione della Reggina dalla B, il Pisa si lamentava che loro avevano pagato tutto e la Reggina invece aveva avuto la possibilità di aderire a questo maxi stralcio, questi sono fatti. Il 16 febbraio di quest’anno arrivano puntuali i dovuti deferimenti. Sin da dicembre capisco subito che la situazione è particolarmente complicata in quanto la mia attività -iniziata con queste interlocuzioni- era riuscita a far comprendere la nostra posizione. In tale contesto, approfitto per ringraziare l’unico politico che durante quelle settimane che mi hanno visto interloquire con il Ministro dello sport e il presidente Gravina, mi è stato particolarmente vicino… il Presidente della Regione Roberto Occhiuto”.
Il lavoro di Cardona svolto nel silenzio e lontano dai clamori: “Dopo la fase dei due processi sportivi relativi alle penalizzazioni, ho avuto l’impressione che si sarebbe andati a sbattere al muro, quindi ho parlato con Gravina e ho detto a lui che si doveva chiudere entro l’ordinamento federale e non andare oltre. Un discorso che ha colpito positivamente lo stesso Presidente Gravina. E’ chiaro che in previsione c’era il rischio di avere una penalizzazione totale di 12 punti, mentre sul campo avevamo preso una china molto pericolosa (ndr, ben 9 sconfitte consecutive ed un girone di ritorno da retrocessione!). Di questo ho parlato con le proprietà e ho consigliato loro di fermare la battaglia giudiziaria, inoltre ho contattato il team manager per chiedere ad Inzaghi se la cosa andava bene e, anche a lui, mi ha dato il suo via libera”
L’acquisto della società e l’incarico di Presidente: “Chiarisco che la società viene acquistata non da un privato ma da un Tribunale, cosa che era certamente la soluzione migliore e la certificazione più idonea per il futuro del club. Io Saladini l’ho incontrato dopo la cessione da parte del Tribunale a Saladini stesso. Infatti, lo scorso giugno, ho ricevuto presso la mia abitazione un inviato del Tribunale di Roma, che si è presentato insieme al dottor De Lillo ed il signor Ierardi, amico del direttore sportivo della Reggina, per cui c’era la garanzia istituzionale dell’operazione”
Sul silenzio di questi mesi: “Se io faccio la conferenza il 21 giugno e dico queste cose, avrei portato una solida motivazione agli avversari per affossare la Reggina. Ero e sono convinto che i 757 mila euro andavano pagati entro il 20 giugno senza se e senza ma, solo così non avremmo allarmato la Covisoc e non si sarebbero accesi i riflettori sulla Reggina”
Pasquale Rosaci