Uscito dal carcere dopo aver scontato la pena per il reato di maltrattamenti in famiglia continua a vessare la ex moglie. La Squadra Mobile lo arresta nuovamente per atti persecutori.
La Sezione “Reati contro la persona, in danno di minori e sessuali” della Squadra Mobile, in esito a tempestive indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Giovanni BOMBARDIERI, nel pomeriggio di ieri ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di A.M. di 32 anni, ritenuto responsabile di atti persecutori ai danni della ex moglie.
Gli uomini della Polizia di Stato si erano già occupati della triste vicenda nel 2018 quando l’uomo era stato destinatario di un provvedimento cautelare per maltrattamenti in famiglia.
Nel corso delle delicatissime indagini – coordinate dal Procuratore Vicario Gerardo DOMINIJANNI e dal Sostituto Procuratore Marika MASTRAPASQUA – gli investigatori della Squadra Mobile riuscivano ad accertare, nel giro di poche ore, che l’uomo, uscito dal carcere nello scorso mese di novembre dopo aver espiato la pena, proseguiva a porre costantemente in essere atti persecutori in danno della persona offesa, vessandola mediante molestie, intimidendola e minacciando di ucciderla con espressioni quali “ti impicco, ti ammazzo con le mie mani, ti macino, ti brucio”, nonché con centinaia di messaggi contenenti minacce di morte anche nei confronti delle figlie minori.
Le condotte sopra descritte ingeneravano nella parte offesa un grave e perdurante stato di ansia e paura per la propria incolumità fisica.
Le risultanze investigative venivano partecipate alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria che tempestivamente richiedeva al G.I.P. l’applicazione della misura cautelare di massimo rigore nei confronti dell’indagato per il reato di atti persecutori, che veniva disposta nella mattinata di ieri.
L’uomo veniva immediatamente rintracciato presso la sua abitazione e dopo le formalità di rito veniva condotto presso la Casa Circondariale di Arghillà a disposizione della competente A.G..