Vengono puntualmente, come ogni anno di questi tempi, riproposti due eventi sportivi di successo del Coni, ovvero i “Giochi della Gioventù” e i Giocasport”. Li ha presentati ieri nella sede del Comitato provinciale del Coni il presidente, Antonio Sgromo, insieme al suo staff. Sgromo ha ricordato che dopo l’esordio del 1968 e il passaggio del 1974 dei Giochi della Gioventù nella scuola secondaria di I grado, nel 2007 il Coni nazionale ha presentato il nuovo progetto. La filosofia che è alla base dello stesso progetto è “tutti protagonisti, nessuno escluso”. Ciò significa che non esiste selezione. I ragazzi e le ragazze di ogni classe coinvolta, compreso i diversamente abili, prendono parte alle attività senza distinzioni e valutazioni preliminari sulla maggiore o minore capacità di prestazione dei singoli.
Giocasport è invece rivolto ai bambini della scuola primaria e ai loro insegnanti e concerne proposte di attività ludico-motorie, sport semplici e divertenti, differenziate per ciascuna classe e coerenti con gli stadi di sviluppo fisico ed emotivo dei bambini. I due eventi vengono organizzati al meglio nonostante gli esigui fondi messi a disposizione dal Coni nazionale. Ed intanto, primo appuntamento è quello dei Giocasport a Soverato con la scuola “Maria Ausiliatrice”, cui parteciperanno i suoi bambini, lunedì prossimo, con inizio alle ore 16, nel campo sportivo di Soverato e quando lo staff tecnico del Coni – il prof. Francesco Franco ed il segretario dello stesso Coni, Santo Senese – guideranno i piccoli a mettere in pratica tutto ciò che hanno imparato nella scuola.
I Giochi della Gioventù, invece, si svolgeranno, come di consueto, in quattro giornate, tre eliminatorie ed una finale. Ogni fase avrà luogo al Palagiovino, a partire da martedì 24 maggio. Partner ufficiale dei Giochi è l’Unicef che, come è noto, da sempre sostiene i diritti dei bambini nel mondo: Tra questi c’è anche il diritto allo sport, come ha affermato la presidente dell’Unicef Catanzaro, Annamaria Fonti Lembo, aggiungendo che «lo sport è uno dei mezzi validi attraverso il quale il bambino può realmente essere salvato dalla società di oggi che lo mette a dura prova».(v.m.)
Gazzetta del Sud