Ad 80 anni Dolce Fioravante corona il suo sogno e pubblica il primo dei suoi tanti romanzi inediti con la casa editrice Ursini di Catanzaro: “La principessa Occhiblu”. Nato a Santa Caterina sullo Jonio, Dolce si è trasferito a Roma sin da giovane, lavorando presso un noto albergo della capitale ed incontrando personaggi di primo piano del mondo musicale e del cinema. Paroliere, compositore, ma soprattutto scrittore per hobby.
“Ursini realizza i sogni – ha commentato – ed io sono stato fortunato ad incontrarlo”.
Dolce, si è fatto strada nella vita con molta fatica ed un impegno costante. In questo caso, è riuscito a mandare in onda un racconto esemplare per fantasia e per semplicità espressiva, miscelando alla grande momenti d’amore, umiltà, intraprendenza, coraggio, apertura mentale, partecipazione, gioiosa lettura di un ambiente fantastico, irreale, ma sempre ricco di segmenti di luce genuina, di immagini scolpite alla perfezione nel segno di una scrittura coinvolgente, penetrante, mai superficiale.
La vicenda si svolge in Calabria intorno al secolo XII ed ha come protagonista la principessa Occhiblu e il figlio del contadino Salvatore, ossia il giovane Marco. C’è, naturalmente, il re normanno Nicolò Zocolà e la regina Matt Irnek (di origini turche), Marta (la sorella di Marco, morta prematuramente), un gruppo di nobili malvagi che puntano a diventare i successori al trono impalmando Occhiblu…
Uno scenario abbastanza consueto per le narrazioni fiabesche, ma l’autore è riuscito ad aggiungervi altre, e non secondarie, figure e realtà dal sapore decisamente strano che finiscono per dare ulteriore fascino ad un racconto che obbliga quasi a non staccarsi dalla pagina se non quando si è arrivati alla fine, alla scoperta che Occhiblu e Marco coronano il loro sogno d’amore con un fastoso matrimonio e con uno stupefacente ko inferto ai cinque nobili e malvagi cospiratori che avevano agito in maniera subdola ai danni dei due giovani e dei regnanti.
L’avvio della vicenda è già di per sé stupefacente: la principessa Occhiblu (bellissima) rimane preda dal mago Makal (il cui significato, in antico arabo, è “malfattore”) che la trasforma in statua di pietra nell’antro in cui vive e dove si trovano altre sei statue di giovani fanciulle dalla non comune bellezza.
Il re, suo padre, invita i nobili più valorosi e vogliosi di impalmare la principessa a cercarla ed a riportarla alla reggia.
Nessuno riesce nell’intento ed a questo punto entra in scena Marco che, ascoltando in sogno le parole della sorella Marta (che anche in seguito gli indicherà dove e come muoversi per raggiungere la meta), si presenta dal re e si offre di andare alla ricerca di Occhiblu. Ottenuto in consenso e dopo aver preparato il necessario per il viaggio, che si preannunciava lungo e oltremodo difficile, il giovane si allontana e va in direzione del mitico Monte del Sole e del sottostante lago dove si trova il mago Makal.
Gli ostacoli che incontra sono tanti, ma la voce della sorella e le indicazioni che via via riceve da tre vecchi saggi, nonché la sua astuzia e la sua capacità di leggere assai bene ogni possibile soluzione, fanno sì che riesca a raggiungere lo scopo riportando in vita sia Occhiblu che le altre fanciulle.
Ma non è ancora finita, perché il rientro alla reggia non sarà dei più agevoli, anzi sarà tale da mettere a dura prova l’ardore di Marco che però, fedele all’impegno preso con il re Nicolò Zocolà, supererà ogni ostacolo e alla fine sarà premiato come suo erede al trono.
Dolce, si può ben dire, – in questo volume – ha dato corpo ad un racconto fiabesco dai toni e dalle sfumature davvero singolari, raggiungendo esiti che mettono in grande evidenza anche il suo amore per la propria terra di Calabria e per il fascinoso mosaico della sua storia e del suo ambiente.