Una delle forme d’amore più frequente, ma anche più strane e sconvolgenti è la prima fase dell’amore chiamata anche: fase dell’innamoramento, amore nascente, primi momenti dell’amore, infatuazione amorosa.
Questa strada è fatta di montagne russe, di tunnel dell’amore, di cuoricini rossi, di castelli in aria e di sogni nei quali è facilissimo librarsi in volo e passeggiare su nuvole rosa.
E’ questo un sentimento per lo più involontario, incontrollato, molto forte, irresistibile ed esaltante. E’ questa un’emozione che confonde e sconvolge, che brucia e sommerge la ragione e che, come un torrente in piena, dilaga nel corpo come nella mente e nel cuore, tanto che, a volte, è temuto anche dalle persone che la vivono.
È un’emozione che acceca. Una malattia da cui pochi vorrebbero guarire. Una follia esaltata dai poeti, capace di sconvolgere le persone apparentemente più razionali e controllate.
C’è in questo tipo d’amore un piacere mai pago dei baci e della presenza dell’amato. C’è una gioia immensa che fa avvertire lieve la fatica, dolce il sacrificio, facile la rinuncia. Lo scopo, nella fase dell’innamoramento, non è solo di tipo sessuale. Lo scopo è la fusione e l’unione con l’amato per godere della beatitudine estatica che s’immagina si proverà tra le sue braccia.
Nella fase dell’innamoramento ci sentiamo più grandi e forti, pronti a cambiare il mondo o a rivoltarlo come un calzino.
I sentimenti più accesi e contrastanti si ritrovano tutti: c’è la gioia, come c’è la sofferenza; c’è la sicurezza ma anche la paura di perdere la persona amata; c’è la felicità di stringerla al cuore, ma anche lo strazio quando questa si allontana, o quando non corrisponde ai nostri sentimenti o ci abbandona.
In questa fase il tempo si modifica e si modella in modo particolare. Scorre crudelmente lento il tempo dell’attesa, mentre quello dell’incontro corre beffardamente veloce e rapido, fino agli indispensabili addii.
Quest’emozione è come un fuoco capace di sconvolgere anche gli animi più tranquilli e serafici. Come un fuoco, ardendo dentro l’animo, è capace di spingere nelle braccia l’uno dell’altro persone di età, livello sociale, carattere e razze diverse. I ricercatori sembra abbiano scoperto un mix chimico come causa dell’esaltante piacere dell’innamoramento, molto simile a quello che è presente nella fase dell’eccitamento maniacale.
Le caratteristiche della fase dell’innamoramento.
In questa fase sono presenti delle caratteristiche specifiche, e pertanto è difficile confonderla con altre emozioni o sentimenti.
Intanto l’innamoramento è descritto come un’attrazione irresistibile poiché, quando è molto intensa, essa è capace di coinvolgere e coartare anche le persone con una volontà tenace. “Non vorrei, non è il caso, prevedo che questo sentimento mi travolgerà, mi porterà molti problemi, mi farà e farà del male, ma non posso fare a meno di provarlo e seguirlo”.
Altre volte, invece, è avvertito come una costrizione: “Io vivo serenamente soddisfatto del mio tran – tran quotidiano e, senza volerlo, senza cercarlo, sono coinvolto in questo sentimento che mi costringe, mi sconvolge la vita e mi rende dipendente”.
Non sempre è così. Spesso la persona si mette in una predisposizione d’animo aperta a questa emozione. In questi casi è come se uomini e donne, di tutte le età, lasciassero scoperti i propri cuori affinché Cupido possa più facilmente colpirli con le sue frecce d’amore.
Questo tipo d’emozione lo ritroviamo in Giulietta e Romeo, in Paolo e Francesca, in Paride ed Elena, in Sansone e Dalila, in Cesare e Cleopatra. Personaggi, questi, che non riescono a pensare alle difficoltà e ai problemi che il loro amore comporterà sia a loro direttamente che alle loro famiglie e alla loro nazione, ma si lasciano travolgere, impotenti ma felici.
Altra caratteristica della fase dell’innamoramento è data dal fatto che può prendere la persona di sorpresa: “Cammino per la strada che faccio sempre per andare in ufficio, pensando ai miei piccoli giornalieri problemi e dal giornalaio incontro degli occhi, un volto, un corpo, che mi fa vibrare come mai mi era successo prima. Lo seguo e cerco di conoscere il proprietario di quegli occhi, di quel corpo. Avverto prepotente il bisogno di parlare con questa persona per conoscerla e poterle stare vicina. Resisto appena all’impulso di abbracciarla e di baciarla. Sogno già, incredibilmente, di non allontanarmi mai più da lui/lei”.
In questo senso l’innamoramento può essere fortuito. Questo non significa che non mi posso innamorare d’una persona che conosco, con la quale ho studiato e lavorato, senza alcun problema sentimentale, prima di quel particolare fatidico momento, ma è più sorprendente e strana la prima modalità.
Dall’interessato, ma soprattutto dalle persone che stanno vicino a lui, questa emozione è spesso giudicata come una malattia. Appunto la “malattia d’amore”, che tutti sono in grado di diagnosticare ma che nessun medico è in grado di curare e tanto meno guarire.
E’ una malattia a volte creativa, altre volte distruttiva. Questo malessere, a giudizio degli altri, rende ciechi, in quanto la persona coinvolta non riesce più a vedere in termini obiettivi la realtà. Per esempio, non riesce più a vedere obiettivamente la persona che sta dietro ai begli occhi che lo hanno travolto e sconvolto. L’innamorato crede sinceramente e fermamente di aver scoperto la persona più bella, più buona, più generosa, più “grande”, del mondo, non accorgendosi affatto della realtà, spesso molto più modesta, che gli altri vedono e che solo lui /lei non vede.
Cieco in quanto, ad esempio, l’innamorato/a non riesce a capire di essere sfruttato da quella persona per i suoi fini. Cieco perché non riesce a capire che non esistono le condizioni minime per poter realizzare e rendere concreto quest’amore. Cieco perché i progetti che aveva fatto basandosi su questo sentire hanno spesso la consistenza dei sogni e dei castelli in aria.
Anche l’innamorato stesso assiste, a volte impotente, a questo sconvolgimento interiore.
Ricordo ancora, a questo proposito, il volto costernato ed inquieto d’un papà anziano che mi sono trovato di fronte, mentre svolgevo il mio lavoro al pronto soccorso psichiatrico dell’università di Roma. Questo padre chiedeva, con la massima urgenza, un intervento del nostro servizio per il figlio “bravo, buono, generoso, una perla di ragazzo, che però, improvvisamente era impazzito”, tanto da dire e fare, nei confronti dei suoi genitori ma anche degli altri parenti e amici che cercavano di farlo ragionare e di riportarlo alla normalità, delle parole e dei comportamenti che mai avrebbe detto e attuato.
Giacché per la nostra mentalità medica il primo intento, quando siamo di fronte ad un problema, è quello d’un inquadramento nosologico, cercavo in tutti i modi di farmi raccontare i particolari sintomi di questo grave disturbo psichico che aveva colpito il figlio, in modo tale da fare una precisa diagnosi e così predisporre gli interventi più idonei ed opportuni. Purtroppo le risposte dell’uomo, troppo generiche ed evasive, non mi aiutavano: “Non ascolta quando gli si parla. E’ come un invasato. Dice e fa cose, dottore, che solo un pazzo dice e fa”.
I miei dubbi sulla diagnosi rimasero insoluti fino a quando chiesi da quanto tempo il figlio soffriva di questi gravi disturbi. “Ma, da quando ha incontrato quella ragazza che gli ha fatto perdere la testa”, è stata la sua risposta, con un tono che sottintendeva il suo stupore per i limiti che avvertiva nella mia capacità di comprendere il problema. Limiti che sicuramente hanno avuto conferma, insieme alla delusione più profonda, quando, alla richiesta d’una cura specifica, ho dovuto rispondere che ancora non era stato scoperto un farmaco adeguato ed efficace per queste patologie!
È noto, inoltre, il bisogno di fusione di anima e corpo con quella persona “speciale” che amiamo, mentre, nel contempo, la lontananza, il tempo che scorre veloce, i vari impedimenti, esasperano all’inverosimile il cuore innamorato che brama restare sempre vicino alla persona amata.
Nella mente dell’innamorato la realtà viene ad essere piegata ai propri desideri e ai propri bisogni ed emozioni. Pertanto, mentre i giudizi positivi degli altri: familiari, conoscenti e amici, esaltano e accentuano i suoi sentimenti, quelli negativi non solo non intaccano minimamente le sue convinzioni ma ogni parola che contrasta con il proprio modo di vedere e giudicare, l’offende e gli fa odiare ed allontanare tutte le persone che osano contraddirlo.
Dott. Emidio Tribulato