Le paure infantili sono molto più frequenti e numerose di quelle presenti nell’adulto. Il bambino, quando nasce, passa da una situazione intrauterina sicura e protetta ad una condizione che avverte di particolare rischio, in quanto per lui tutto è nuovo e sconosciuto. Egli non ha ancora esperienza di ciò di cui si può fidare e di ciò che, invece, può essere per lui fonte di pericolo. E poiché si trova in una disposizione mentale di tipo proiettivo e animistico il pericolo ed il rischio possono nascere da ogni cosa, e non solo da ogni persona. Inoltre, il bambino presenta una maggiore emotività e minori difese dell’adulto; ha una fisiologica carenza del giudizio di realtà e notevoli difficoltà a distinguere le paure del mondo esterno a lui, da quelle presenti nel suo mondo interiore. In altri termini ha difficoltà a distinguere le paure vere, oggettive, da quelle false o soggettive. Per il bambino questa distinzione non esiste e ciò che è interno può essere proiettato all’esterno e viceversa.
Paure fisiologiche e paure patologiche
Per tali motivi, sentimenti di paura possono essere presenti, fisiologicamente, in tutti i bambini e acquistano un carattere patologico solo quando sono numerose, intense o quando si associano ad altri sintomi di sofferenza e/o disagio.
Le paure possono certamente essere legate ad un trauma specifico dovuto all’elemento fobico: ad esempio la paura dei cani o dei gatti può essere causata da un cane o da un gatto che ha aggredito e fatto del male al bambino. Così come la paura del buio può essere dovuta allo spavento provato dal bambino il quale, in passato, era inciampato in una stanza buia. Spesso, però, non vi è alcun collegamento con un trauma ben definito. In questi casi le paure, se intense e numerose, sono soltanto il frutto della sua sofferenza interiore che può essere causata da un ambiente di vita poco idoneo al suo sereno sviluppo.
Pertanto quando le paure sono intense, numerose e durano nel tempo, abbiamo il dovere di sospettare la presenza di qualche problematica psicoaffettiva più o meno grave. Paure ritroviamo nei bambini iperattivi come nei bambini inibiti. Paure ritroviamo in molti bambini aggressivi ma anche nei minori che soffrono di depressione.
Non sempre, però, le paure si manifestano in maniera evidente. Spesso sono sottaciute, in quanto il piccolo non è in grado di verbalizzarle apertamente e chiaramente, per vari motivi:
• perché si vergogna di queste e teme di essere deriso;
• perché la loro intensità è tale da paralizzare le capacità del bambino di tradurle in parole;
• perché il minore cerca in ogni modo di scacciarle dalla sua mente, per cui non solo si rifiuta di comunicarle ma fa di tutto per rimuoverle, negandole.
Tutte le paure sono avvertite maggiormente quando il bambino è solo, mentre sono meglio vissute e contrastate quando egli è in compagnia dei genitori o di qualche familiare. È la presenza fisica dei genitori e, soprattutto la presenza della madre, che meglio riesce a scacciare le paure del bambino. Ed è per tale motivo che molti piccoli che soffrono di intensi e frequenti timori, si rifugiano nel letto dei genitori e rimangono a volte tutta la notte abbracciati alla loro mamma.
Le paure possono essere aspecifiche, e quindi si possono esprimere in un sentimento di timore verso tutto e tutti, oppure specifiche per determinati luoghi, oggetti, persone, situazioni. Abbiamo, allora, la paura dell’abbandono, delle punizioni, del buio, dell’estraneo, dell’ambiente sociale, dei rumori forti, dei visi deformati, dell’acqua, degli animali, dei mostri, della scuola e così via.
LE PAURE NEL DISTURBO AUTISTICO
Non ci dovremmo meravigliare, allora, se ritroviamo numerose e intense paure nel Disturbo Autistico e nelle altre psicosi infantili. In questi bambini i timori ma anche le fobie sono tanti, poiché ai loro occhi e alla loro sensibilità, messa alla prova da un continuo stato di angoscia, entrambi gli ambienti: sia quello interno, sia quello esterno, possono essere avvertiti come fonte di continue aggressioni, minacce, conflitti, sensi di colpa. Ciò può spiegare le urla, apparentemente immotivate, per dei minimi cambiamenti che avvengono nel loro ambiente, ma anche la constatazione che alcuni rumori provocano in loro terrore, mentre gli stessi minori possono mostrare una stoica sopportazione di fronte a dolorosi insulti aggressivi, come quando il bambino cade, si dà botte, si graffia ma non piange. MILITERNI R. così descrive questa caratteristica: ‹‹Molti bambini autistici apparentemente “sordi” ai comuni suoni dell’ambiente, mostrano una particolare sensibilità nei confronti di particolari stimoli uditivi (sirene, cigolii, campanelli). Tali suoni scatenano nel bambino violente reazioni di panico, con tentativi di proteggersi (coprendosi, ad esempio, le orecchie con le mani). Risposte simili possono essere osservate anche per particolari stimoli visivi (flash, luci intense, determinati oggetti) o per determinati stimoli tattili››. Vi possono essere, inoltre, delle reazioni “catastrofiche”, in risposta a stimoli che dovrebbero essere neutri o addirittura piacevoli, come carezze, abbracci o, semplicemente, il passaggio di una mano al di sopra del capo o il porsi alle spalle del piccolo.
Poiché spesso i bambini con Disturbo autistico hanno un cattivo rapporto con i genitori e con gli esseri umani in genere, essi si ritrovano soli nell’affrontare ogni timore che sgorga dal loro animo, in quanto non hanno la possibilità di trovare qualcuno nel quale riporre la loro fiducia che li aiuti ad allontanare queste emozioni negative mediante la propria presenza rassicurante. Alcuni comportamenti che ci appaino strani o causati da scarse capacità affettive, sono proprio dovuti alla sfiducia che questi bambini hanno negli altri esseri umani, qualunque sia la loro età e qualunque sia il loro ruolo.
Spesso tali bambini non sopportano che altri si avvicinino troppo al proprio “angolo di sicurezza”: pertanto non accettano che qualcuno li accarezzi, li abbracci e baci in quanto possono interpretare questi gesti come una minaccia e non come manifestazioni d’affetto. La stessa scarsa fiducia fa preferire loro gli oggetti inanimati a quelli raffiguranti esseri umani, come le bambole e i bambolotti. Ed è sempre dall’intensa angoscia e dalle numerose paure che pervadono le loro menti, che nascono le discordanze segnalate dai vari autori; per cui, ad esempio, vi può essere mancanza di paura davanti a un pericolo reale, ed un eccessivo timore di fronte ad oggetti innocui. Allo stesso modo può insorgere terrore nell’ascoltare alcuni rumori, mentre vi può essere una buona accettazione del dolore provocato sul loro corpo da una caduta, da un oggetto contundente o dai loro stessi comportamenti autolesionistici.
La GRANDIN T. così descrive le sue paure: ‹‹I problemi di una persona come questa sono ulteriormente complicati da un sistema nervoso che è spesso in uno stato di maggiore paura e panico››. ‹‹Poiché la paura era la mia emozione principale, essa si riversava in tutti gli eventi che avessero un qualche significato emozionale››. ‹‹Fin dalla pubertà avevo vissuto paure e ansie costanti, accompagnate da forte attacco di panico, che si presentavano a intervalli variabili, da poche settimane a diversi mesi. La mia vita si basava sul fatto di evitare le situazioni che potevano scatenare un attacco di panico››. ‹‹Con la pubertà la paura divenne la mia principale emozione››. ‹‹I tipi specifici di suono che creano disturbo variano da persona a persona. Un suono che a me provoca dolore potrebbe essere piacevole per un altro bambino con autismo››. ‹‹Quando ero piccola, per me erano anche un problema i rumori forti; spesso erano dolorosi come il trapano di un dentista che tocca un nervo. Mi facevano veramente male. Mi spaventavo a morte quando sentivo scoppiare i palloncini, perché quel suono, per le mie orecchie, era come un’esplosione››. La stessa autrice elenca poi altre sue paure: l’eco nei bagni, le stoffe sulle gambe o sul seno, le dita della madre quando le lavava i capelli ecc..
Per capire meglio ciò che si agita nell’animo di questi minori, basta ascoltare i loro racconti e leggere i loro commenti.
Ad Antonio, un bambino affetto da autismo, che sapeva scrivere, abbiamo chiesto un commento sulla mamma e sul papà:
‹‹La mamma: da pianto, da nonna, un mostro, una bestia, un’agendina, un serpente che fa schifo››.
‹‹Papà: si fa tutta la cacca addosso, è brutto e piscione e nel culetto esce cacca e pipì››.
Il commento a un disegno da lui effettuato era di questo tipo: ‹‹Vi è l’orco delle sette leghe, l’orco sta volando, c’è la nuvola e la pioggia››.
Il commento a un disegno che però ha cancellato quasi completamente, era di questo tenore: ‹‹Vi è una persona strana che è morta››.
In un altro disegno questo bambino ha raffigurato un burrone e così ha commentato: ‹‹Il mostro sta sopra il burrone, perde l’equilibrio e cade. Lui è cattivo e si aprono le montagne. Voleva prendere Antonio, che gli ha dato un calcio e lui è caduto. Ci sono i fulmini e tanta pioggia››.
Dott. Emidio Tribulato – Neuropsichiatra – Direttore del Centro Studi Logos di Messina
Buonasera dottore..potrei capire meglio il significato di questi commenti del bimbo Antonio? Anche mio bimbo (in processo di valutazione) parla sempre della morte, culetti, cacca e pipi e non capiamo il perché..anche I disegni e le storie che inventa sono molto simili..come possiamo gestire questa situazione?
Lo ringrazio
Maria