La comunicazione è elemento fondamentale per lo sviluppo e la vita relazionale di moltissimi animali, ma soprattutto per l’uomo. Possiamo tranquillamente affermare che la nostra umanità genetica avrà il suo naturale sviluppo e acquisterà completezza, solo e in quanto qualcuno avrà comunicato con noi in modo efficace.
Il bambino supera il trauma iniziale della nascita, la paura nei confronti del mondo e degli altri, la tentazione a chiudersi in se stesso, attraverso il dialogo. Sono, infatti, le persone che l’accolgono al mondo, soprattutto i suoi genitori e gli altri familiari che, con le loro attenzioni, carezze e baci, faranno avvertire al bambino d’essere bene accolto. Gli faranno sentire, con le loro parole d’amore, che il mondo gli vuole bene, che è una cosa buona, perché ricco di calore e di disponibilità nei suoi confronti. Nel caso in cui, infatti, i genitori, non riescono a comunicare al bambino, attraverso i loro gesti e le parole, il senso caldo dell’accoglienza, dell’affetto e della disponibilità, hanno il sopravvento la tristezza e la paura iniziale che lo potranno spingere verso la chiusura e la depressione.
In un secondo tempo sarà sempre il dialogo che permetterà al cucciolo d’uomo, di crescere e maturare sia nel linguaggio sia nelle capacità intellettive e cognitive. Sarà, inoltre, mediante un continuo scambio d’esperienze e di valori che in lui si svilupperà il senso etico e morale. L’aprirsi alla vita, la sua crescita e maturazione avverrà solo se avrà accanto a se dei genitori o comunque esseri umani che si pongono nei suoi confronti in un rapporto dialogico sereno, affettuoso, stabile e continuo di maternità o paternità.
Così come per lo sviluppo dell’essere umano il dialogo è fondamentale per la formazione, la conoscenza e lo sviluppo della coppia e quindi della famiglia
F UNZIONI DEL DIALOGO
Il dialogo porta alla conoscenza
Attraverso il dialogo due giovani, nonostante provengano da famiglie diverse e quindi siano portatori di differenti tipi d’educazione e di abitudini, oppure, a volte, siano d’altra estrazione sociale, di città o addirittura di lingua o religione diversa, riescono a raggiungere l’ambizioso obiettivo d’essere coppia, in altre parole diventare due in uno.
Questo può avvenire soltanto se tra di loro vi sarà un continuo scambio di pensieri, idee, riflessioni, tendenti alla scoperta e alla conoscenza dell’altro, per arrivare poi alla sua accettazione.
Questa conoscenza non può essere limitata nel tempo giacché, l’essere umano, è in continuo divenire e quindi anche la conoscenza deve essere continua, perenne. Non si può pensare di conoscere il proprio fidanzato o fidanzata, ma anche il marito o la moglie in un certo momento e basta, perché sia le esperienze e i vissuti esaltanti dati dalle gioie e dalle gratificazioni, così come le avversità, le malattie, le crisi, le tristezze della vita, l’impietoso trascorrere degli anni, ci cambiano continuamente, costringendoci ad un continuo adattamento. Per tali motivi bisogna che questa conoscenza si applichi ad ogni momento presente e si proietti nel divenire, poiché ogni uomo ha bisogno di sentire quello che la sua donna pensa di lui, vuole e cerca da lui o da lui si aspetta e viceversa.
Il dialogo è mezzo di comunicazione e di scambio con l’altro.
Scambiare con l’altro pensieri, esperienze, sentimenti, emozioni, gioie, paure, disappunti; ma anche disponibilità, amore, tenerezza, accoglienza, è funzione fondamentale della comunicazione nella coppia.
Si può e si deve scambiare, non soltanto con persone della stessa età, cultura e sesso, ma si può e si deve scambiare anche quando l’età, il sesso e la cultura sono diverse.
C’è sempre qualcosa che l’uno può dare all’altro, come c’è sempre qualcosa che l’uno può e deve ricevere dall’altro. Lo scambio può riguardare le conoscenze, le idee, i modi di essere, le esperienze, ma può e deve riguardare anche il mondo degli affetti e dei sentimenti indispensabili ad entrambi. E’ attraverso lo scambio che avviene l’arricchimento reciproco. Quando questo scambio viene a mancare, c’impoveriamo ogni giorno di più, ogni momento di più moriamo, come singolo e come coppia.
Questo scambio è giusto che sia, in definitivo, paritario, ma non si può usare la bilancia del bottegaio per pesare quanto ognuno ha dato o è disposto a dare in un certo momento, giacché, la capacità di donare, non è legata solo alla nostra volontà ma è strettamente connessa alle possibilità e capacità di ognuno di noi in una data situazione ed in rapporto allo sviluppo affettivo ed umano. Per tale motivo è corretto affermare che ognuno ha il dovere di dare il massimo possibile nel rapporto di coppia, com’è altrettanto importante accogliere con gioia e gratitudine quello che l’altro può dare in quel momento.
Il dialogo è dono.
Possiamo aiutare chi ci sta accanto in mille modi: il nostro ascolto, le nostre parole, i nostri pensieri, gli incoraggiamenti o le osservazioni, lo possono aiutare, più d’ogni cosa, a capire se stesso e i bisogni di chi gli sta vicino. Ciò lo potrà stimolerà a comportarsi in maniera generosa, corretta, responsabile, attenta. Questo possiamo ottenere dicendo la parola giusta al momento giusto, dando il nostro sostegno e conforto e soprattutto valorizzandolo. Ognuno di noi ha bisogno che qualcuno valorizzi le qualità e le capacità che possediamo. Essere importante per qualcuno ci fa sentire bene, ci dà sicurezza, forza, coraggio, ci fa affrontare meglio e con più grinta, la vita. La disistima e la scarsa fiducia da parte delle persone più vicine e care portano invece spesso alla chiusura, alla tristezza, all’abbandono, allo sconforto, alla rinuncia.
Anche il semplice ascolto, se riusciamo ad inserirci nella stessa lunghezza d’onda dell’altro, mettendo il nostro cuore accanto al suo, è capace di dare un grande aiuto, poiché potrà permettere alla persona che amiamo di aprire il suo cuore al nostro per scambiare amore, conforto, sostegno, comprensione.
Il dialogo è mezzo per trovare delle linee comuni.
Nei fidanzati o nei coniugi la diversità di opinioni può essere frequente, giacché spesso è necessario trovare delle soluzioni o delle linee comuni, ma gli scontri dovrebbero essere l’eccezione, non la regola. Il dialogo sereno, delicato e disponibile alle idee altrui ci dovrebbe permettere di risolvere insieme i problemi man mano che si presentano, facendoci trovare delle soluzioni intermedie tra le opinioni dell’uno e quelle dell’altro e gratificanti dei bisogni dell’uno e di quelli dell’altro. A questi accordi bisogna però attenersi con lealtà e coerenza senza rimettere continuamente tutto in discussione.
STRUMENTI DI DIALOGO
Quali sono i mezzi per dialogare?
Il linguaggio è sicuramente uno strumento importante di dialogo, ma non l’unico. La comunicazione non verbale, fatta di gesti, di comportamenti, è altrettanto fondamentale. Un dono, una tenerezza, un gesto di solidarietà, lo scambio di una sessualità matura capace di comunicare il nostro amore, la nostra disponibilità, la lealtà, l’attenzione e il rispetto verso l’altra persona, sono preziosi come mille parole.
E’ chiaro quindi, in questa prospettiva, che tutto il comportamento e non soltanto il discorso è comunicazione e tutta la comunicazione influenza il comportamento.
Non è dialogo lo sfogo fine a se stesso, l’accusa, l’aggressività, quando tendono a far del male o a distruggere l’immagine che l’altro ha di se.
Dott. Emidio Tribulato