Per quanto riguarda il disordine, vi sono delle persone che vivono tranquillamente in mezzo alla confusione e al caos, che loro definiscono “ordine sparso”, senza fare una piega, quasi senza accorgersi dello scompiglio che è loro intorno. La loro stanza somiglia ad un mercatino dell’usato. Sulla loro scrivania non vi è un centimetro libero su cui posare una matita, mentre i libri, i quaderni, le squadrette ma anche i fazzoletti, più o meno usati, i telefonini, le foto, le cicche di sigarette e molto altro ancora, sono ammucchiati alla rinfusa e scivolano o fanno capolino da tutte le parti.
Vi sono invece altre persone che non sopportano il ben che minimo disordine. Queste, definite pignole o perfezioniste, pongono la massima attenzione ai dettagli, alle regole, alle liste, all’ordine, alla perfetta organizzazione della propria vita. Se guardano una scrivania, nulla sfugge ai loro occhi attenti: né un granello di polvere, né tanto meno un libro o dei fogli fuori posto. Quando fanno visita alle case degli amici, sono capaci, mentre sono seduti a tavola per mangiare, di alzarsi, chiedendo naturalmente il permesso al capo famiglia, per sistemare il quadro che hanno di fronte, in quanto hanno notato, e ciò li fa soffrire, essere leggermente spostato a destra o a sinistra rispetto alla verticale. Le loro matite sono sempre perfettamente temperate. Sui mobili di casa vi sono pochi soprammobili e tutti con il centrino sotto. Quando a questi oggettini è stata assegnata una certa posizione, quella devono mantenere per anni. Vanno incontro a guai la consorte o la colf se osano spostarli di qualche centimetro o cambiarne l’orientamento.
Queste personalità si caratterizzano quindi per la preoccupazione ed il bisogno eccessivo di ordine, perfezione, controllo mentale e interpersonale, con conseguente scarsa flessibilità e apertura.
Inutile dire che nel loro lavoro gli sbagli non sono ammessi. Tutto quello in cui si applicano deve essere perfetto. Per questo motivo possono essere anche dei buoni e attenti lavoratori anche se l’eccesso di perfezione è a scapito di un buon rendimento complessivo. Queste persone trascurano lo svago e le amicizie e sono rigidi nei loro comportamenti, con testardaggine portano avanti le loro idee e i loro progetti, non sono mai soddisfatti di se stessi e degli altri. E così se fanno spesso autocritica, per cui non riescono a non pensare agli errori che hanno commesso, nello stesso tempo non riescono ad evitare di criticare e correggere continuamente i figli, l’altro coniuge o, se insegnanti, gli alunni, i loro genitori ed i colleghi, per tutto quello che questi non fanno o non fanno bene come dovrebbero.
I perfezionisti insistono nella stessa attività molto dopo che gli altri hanno smesso. Poiché hanno l’attitudine a primeggiare, pianificano ogni cosa in modo tale da non essere sottoposti ad eventuali critiche, ma finiscono per avere risultati peggiori degli altri in quanto essendo il “meglio nemico del bene”, dedicano molto più tempo del necessario alle attività che intraprendono, per cui sono costretti a rinviare le scadenze. Alla fine la loro produttività risulta minore di quella dei colleghi. Inoltre, poiché non riescono a fare tutto e bene si demoralizzano facilmente e rischiano di avere un calo di autostima e pericolosi sbalzi d’umore.
L’incontro di queste persone con i bambini, specie se piccoli, quando esse hanno il ruolo di genitori, nonni, zii, ma anche insegnanti o educatori in genere, non è dei più felici e ciò, nonostante i bambini, per loro natura, siano dei tradizionalisti. Essi si sentono sicuri solo se nella giornata non vi sono troppe novità; vogliono andare a letto sempre con lo stesso rituale. Quando si alzano desiderano che sia la stessa persona ad accudirli nelle pulizie. Quando è l’ora della pappa vogliono mangiare accompagnandosi sempre con la stessa persona e gli stessi oggetti. Molti bambini hanno un biberon o una loro tazza per il latte preferita, che non vogliono si cambi anche se vecchia e sbeccata. Pertanto, amano che le cose si ripetano allo stesso modo. Pur tuttavia gli stessi bimbi, in altri momenti della giornata vogliono godere della massima libertà. Amano e godono nel mettere tutto in disordine e pertanto spargono per terra i giocattoli come il contadino sparge i semi sulla terra appena arata. Spesso, quando mangiano, per la gioia del cane e del gatto di casa, il cibo si trova ammucchiato a terra, sotto il tavolo o sulla loro sedia. Alcuni pezzi di mela o di pasta non è raro ritrovarli nella parte opposta del tavolo, se non sui muri o tra i capelli loro e degli altri commensali. Per non parlare degli orari. I bambini vivono le ore della giornata così come li vivevano gli uomini delle caverne, quando il tempo veniva scandito in modo grossolano dal moto del sole, della luna e da alcune fondamentali funzioni: alzarsi, cacciare, lavorare, mangiare, dormire.
Se la ricerca di perfezione non è eccessiva, per cui queste persone accettano benevolmente anche un certo numero di errori e di imperfezioni, la loro vita e quella degli altri scorre abbastanza bene. Anzi, sia loro sia i minori ad essi affidati ottengono buoni risultati. Se invece la ricerca di perfezione è eccessiva, e quindi patologica, i loro figli e/o i minori che si trovano in contatto con loro, sono soggetti a continui, pesanti stress, a causa dei numerosi rimbrotti, delle innumerevoli accuse e lamentele, degli eccessivi, esasperanti distinguo.
Non vi è dubbio che l’impatto di un tipo di personalità eccessivamente precisa, ordinata, pignola sull’educazione, la cura e la relazione, porti molta sofferenza ai piccoli. Poiché, ad esempio, sono sacri gli appuntamenti per i controlli periodici, è impossibile pensare che i figli non prendano o non assumano il farmaco prescritto all’ora decisa dal medico. Il loro peso dovrà essere in linea con i dettati della scienza più avanzata e aggiornata. Quando il bambino è piccolo l’uso della bilancia è continuo. Per evitare l’ansia questo strumento deve dare, almeno settimanalmente, il responso prescritto dal pediatra. Lo stesso dicasi per quanto riguarda il rito del bagnetto, che deve avvenire sempre ad una certa ora, mentre la temperatura dell’acqua deve essere esattamente quella ideale. Quando il bambino è più grandetto i contrasti tra il pargolo, per sua natura un po’ pasticcione e pigro in molti momenti della giornata e un padre, una madre o dei nonni perfezionisti, non possono non sfociare in continui, stressanti suggerimenti: “Ricordati che devi ordinare tutti i tuoi giocattoli”. “Mancano quindici minuti al momento in cui dobbiamo uscire di casa per entrare in macchina e andare a scuola”, e poi… “Mancano dieci minuti, otto minuti…” e così via in un can down preciso quanto ossessivo ed esasperante. Se il pediatra ha consigliato nella dieta cinquanta grammi di pastina a pranzo, è quasi un crimine pensare che ne possa mangiare un grammo in meno o in più. Lo stesso avviene per la pulizia: “Ti sei lavato i denti?” Se il bambino non risponde o non corre a lavarsi i denti, questa frase sarà ripetuta fino alla noia e all’esasperazione. Non parliamo poi dello svolgersi delle funzioni fisiologiche. Se il pupo ritarda a dare ogni giorno il suo solido e poco profumato bisognino, questi genitori o familiari vanno in crisi e cercano subito un blando lassativo per rimediare alla disattenzione dell’intestino!
Soffrono questi minori affidati alle loro cure in quanto lo spazio sia fisico sia psicologico nel quale possono muoversi è eccessivamente limitante. La scarsa autostima e la paura di sbagliare attanaglia questi bambini, mentre viene ad essere scoraggiata l’autonomia personale per la scarsa fiducia che questi genitori e familiari hanno negli altri, visti come coloro che non riescono a fare mai le cose nel modo giusto e nei tempi giusti. L’altro coniuge ed i figli sentono di vivere costretti dentro un binario dal quale non possono sfuggire per percorrere strade, almeno in parte, diverse. Questi genitori spesso impongono ai figli e all’altro coniuge il loro stile perfezionistico per cui vogliono che il bambino faccia tutto e bene, in quanto il suo valore è determinato dal successo che ottiene a scuola, come nello sport. Non accettando gli sbagli ogni sbaglio diventa una tragedia!
La sofferenza provocata dal loro comportamento al coniuge e ai figli, ha difficoltà ad arrivare alla coscienza del genitore perfezionista, in quanto il disagio che essi provano se non intervengono è maggiore e più acuto di quello che immaginano possano provocare agli altri. Per fortuna, quando alcuni di questi adulti perfezionisti sono seguiti costantemente, pur soffrendo interiormente, riescono ad accettare il fatto che almeno in alcune situazioni, è necessario vivere con lo stile dei bambini e non con quello dei loro genitori.
In alcuni casi da parte dei figli si può avere una reazione aggressiva e gravemente disturbante, inizialmente nei confronti del mondo esterno e poi anche nei confronti dei loro genitori e delle loro famiglie. Il caso che riportiamo ne è un esempio.
Dr. Emidio Tribulato Neuropsichiatra e psicologo. Direttore del Centro Studi Logos di Messina