La persona autoritaria ama imporre agli altri le proprie opinioni, i propri pensieri, i propri bisogni, i propri desideri ma anche le proprie decisioni. Le persone autoritarie tendono a pensare per stereotipi culturali. Non ammettono discussioni, esigono dagli altri un’obbedienza assoluta e non tollerano deviazioni a quanto richiesto. Esaltano l’inflessibilità e poiché accettano soltanto cieca obbedienza, hanno difficoltà a porsi in ascolto delle necessità altrui. In definitiva le persone autoritarie non riescono a vedere gli altri come capaci di volontà, desideri e decisioni autonome.
La persona autoritaria considera il comandare un piacere e un bisogno. Un piacere, nell’accorgersi che gli altri fanno quanto loro si chiede; un bisogno, in quanto il comando dà loro maggior sicurezza interiore e l’illusione di essere superiori agli altri.
Questo tipo di ambiente, pertanto, è ricco di arroganza, aggressività, oppressione, scarso rispetto dei bisogni altrui. Soprattutto è evidente in questo ambiente uno scarso rispetto per i più deboli e quindi per i minori. L’ambiente autoritario si può trovare ovunque: in una casa, in una scuola, o in un altro tipo di istituzione. In questo ambiente, nell’educazione dei minori, sono frequentemente utilizzati i castighi, le repressioni, le punizioni. Pertanto i bambini subiscono, per quello che dovrebbe essere “il loro bene”, continui e ripetuti atti di violenza, il più spesso psicologica, ma a volte anche fisica.
L’ambiente autoritario tende a modellare personalità chiuse, inibite, dipendenti o, al contrario, persone con atteggiamenti reattivi, aggressivi e di rivolta sia nei confronti dell’adulto tiranno, sia in generale nei confronti del mondo esterno. Ciò in quanto gli atteggiamenti autoritari impediscono l’interiorizzazione delle norme.
Una madre autoritaria
Dario era figlio di una madre con le caratteristiche sopra descritte. Era lei a sapere sempre e in ogni occasione cosa andava bene per il figlio, per cui imponeva le proprie idee e convinzioni su tutto: su cosa e come studiare; con chi e come fare amicizia o socializzare; su cosa e quanto mangiare; quali materie studiare durante il pomeriggio prima, e quali studiare dopo; quali amici frequentare e così via. Pertanto trascinava e imponeva al figlio di attuare, in ogni occasione, quanto da lei disposto. Nello stesso tempo però, non potendo tutto controllare, non potendo tutto dirigere, lo lasciava libero di vedere la tv fino alle tre del mattino, senza poter attuare alcuna selezione sui programmi. Faceva ciò per non essere disturbata dalle paure del bambino che era costretto a cercare la compagnia di uno schermo Tv sempre acceso per riuscire ad addormentarsi. Gli permetteva, inoltre, di giocare con i video – giochi più violenti e paurosi, in quanto questi giochi, a suo dire, “lo distraevano”.
Una delle caratteristiche degli adulti autoritari è proprio questa: se per un verso sono estremamente direttivi in certi settori che loro giudicano essenziali, in altri sono estremamente liberali e tolleranti. È come se scegliessero una o alcune condizioni che ritengono fondamentali, trascurando tutto il resto. In definitiva, il loro stile educativo oltre ad essere notevolmente repressivo, non è né armonico né equilibrato.
Dr. Emidio Tribulato Neuropsichiatra e psicologo. Direttore del Centro Studi Logos di Messina