Presentata una interpellanza urgente al Ministro dell’Interno. «Per l’Amministrazione provinciale servono di finanziamenti a carattere straordinario o la modifica dei criteri di riparto del fondo nazionale di riequilibrio. Va scongiurata un’ulteriore dichiarazione di eccedenza di personale, in aggiunta a quella approvata con deliberazione del Commissario n. 301»
Parla di un «vero e proprio “Caso Vibo”». Suffragando tutto con dati e analisi inoppugnabili. Il Deputato del Pd Bruno Censore ha deciso di rivolgersi al Ministro dell’Interno attraverso una circostanziata interpellanza che sarà discussa in aula domani (giovedì, 7 maggio) per attenzionare «la grave situazione» finanziaria della Provincia di Vibo Valentia che, tra le altre cose, sta cagionando una grave incertezza occupazionale visto che aleggia lo spettro della messa in mobilità del personale e un insopportabile disagio per i lavoratori.
Bruno Censore, insomma, reclama un intervento del Governo centrale per salvare l’ente Provincia di Vibo Valentia e lo fa chiedendo «specifiche fonti di finanziamento a carattere straordinario (come già fatto, nel recente passato, per il Comune di Reggio Calabria e per altri enti) o con la modifica dei criteri di riparto del fondo nazionale di riequilibrio. L’intento – spiega Censore – è di evidenziare una situazione alquanto allarmante sul piano economico ed occupazionale con risvolti drammatici sulla coesione sociale e sulla civile convivenza che, in un purtroppo noto quadro di crisi nazionale, assume contorni particolari in un contesto territoriale come quello Vibonese che, se non adeguatamente supportato dalle Istituzioni Democratiche, rischierebbe, tra l’altro, di soffocare quei segnali incoraggianti di impegno civile e di voglia di legalità che, comunque, si notano. Ciò posto – aggiunge – corre l’obbligo di significare che, sul piano normativo, in data 07.04.2014, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Legge n. 56 recante “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni”. L’art. 1, comma 92, della medesima legge – osserva ancora il parlamentare del PD – garantisce i rapporti di lavoro a tempo indeterminato in essere presso le amministrazioni provinciali, nelle more di provvedimenti governativi e regionali che dovranno essere adottati ai sensi dell’art. 1, commi 89 e ss., per la definizione dei criteri generali per l’individuazione dei beni e delle risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative connesse all’esercizio delle funzioni che devono essere trasferite dalle Province agli enti subentranti. In questo contesto di forte cambiamento istituzionale, preme evidenziare che, nel panorama degli enti provinciali c’è un caso particolare, forse unico a livello nazionale, che riguarda la Provincia di Vibo Valentia che, con deliberazione commissariale 68 del 30.10.2013, ha dichiarato il dissesto finanziario».
Purtroppo – prosegue Censore – «la manovra di bilancio messa in atto dall’Amministrazione, incentrata sull’accertamento delle entrate e la drastica riduzione delle spese correnti, mediante l’eliminazione di spese discrezionali e la compressione anche di quelle obbligatorie, non risulta assolutamente sufficiente a portare in equilibrio i conti dell’Ente. L’incidenza delle entrate proprie risulta essere poco rilevante in un bilancio, come quello provinciale che risulta storicamente dipendente da contributi statali e regionali. La pesante riduzione che negli ultimi anni si è registrata nei trasferimenti ha causato gravi squilibri strutturali, in considerazione di una elevata incidenza della spesa non comprimibile, per mutui e personale, che rappresenta quasi l’80% della spesa corrente. La Provincia di Vibo, in ossequio al disposto dell’art. 259 del TUEL, viste le condizioni di dissesto finanziario, deve predisporre un’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, rispettando l’obbligo del riequilibrio già nell’anno in corso, da presentare entro tre mesi dalla nomina della commissione straordinaria di liquidazione, avvenuta con DPR del 10 febbraio 2014 e quindi entro il prossimo 10 maggio 2014. Il decreto legge n. 16/2014, modificando il comma 1- ter dell’art. 259 del TUEL, ha escluso le Province (limitando la previsione ai soli comuni sopra i 20.000 abitanti) dalla possibilità di raggiungere a determinate condizioni l’equilibrio di bilancio entro tre anni, compreso quello in cui è stato dichiarato il dissesto. Per le ragioni sopraindicate è evidente l’impossibilità per l’Ente di predisporre un bilancio riequilibrato già dall’anno in corso. Va bloccata un’ulteriore dichiarazione di eccedenza di personale, in aggiunta a quella approvata con deliberazione commissariale n. 301, che oltre alle prevedibili e drammatiche ripercussioni che comporterebbe in un contesto sociale notoriamente problematico, non è neppure idonea a determinare risparmi immediati sul bilancio, a causa dei tempi previsti per l’approvazione ministeriale e per l’espletamento delle procedure stabilite in caso di eccedenze di personale dall’art. 33 del decreto legislativo n.165/2001. Va messa in dubbio anche la coerenza di una dichiarazione di ulteriore soprannumero di personale con il nuovo quadro normativo determinato dall’entrata in vigore della legge n. 56. Infatti – aggiunge il parlamentare – una misura di questo tipo sembra essere in assoluto contrasto con le indicazioni della stessa legge e con le linee del Governo che mirano a salvaguardare i livelli occupazionali. E potrebbe interferire indebitamente con le decisioni che il Governo e la Regione devono assumere nei prossimi mesi in merito al riordino delle funzioni diverse da quelle fondamentali (art. 1, comma 85) che riguardano, ai sensi dell’art.1, comma 92, anche i criteri per l’individuazione delle risorse umane connesse all’esercizio delle funzioni che devono essere trasferite dalle province agli enti subentranti».
Ecco perché – conclude Bruno Censore chiedendo al Governo quali provvedimenti intende adottare il Governo per fronteggiare la grave situazione della Provincia – «è di palmare evidenza che per la realtà provinciale di Vibo Valentia, occorre intervenire mediante specifiche fonti di finanziamento a carattere straordinario (come già fatto, nel recente passato, per il Comune di Reggio Calabria e altri enti) o con la modifica dei criteri di riparto del fondo nazionale di riequilibrio, per sostenere le iniziative già poste in essere dall’Amministrazione, perché, in effetti, si può parlare, viste le condizioni date, di un vero “Caso Vibo”».